La giunta Pisapia ha deliberato, lo scorso febbraio, l'indizione di una gara per l'appalto del servizio call center di informazioni ai cittadini consentendo il massimo ribasso su un prezzo base d'asta fissato già al di sotto dei minimi salariali previsti dal contratto nazionale.
Persino due aziende hanno denunciato l'impossibilità di
partecipare senza ridurre le retribuzioni ai propri dipendenti. Ora
tutto è bloccato, ma resta l'ulteriore triste pagina
dell'amministrazione Pisapia. Il 4 giugno le segreterie nazionali di
categoria di Cgil-Cil-Uil hanno dichiarato sciopero nazionale del
settore dei call center. La sempre più frequente delocalizzazione verso
paesi a basso costo è usata costantemente come arma di ricatto contro i
lavoratori e le lavoratrici del settore. Manca, nella mobilitazione
prevista, la rivendicazione di una normativa che impedisca la
delocalizzazione dei servizi, quanto meno alle imprese pubbliche o
partecipate, senza la quale non c'è alcuna possibilità di arrestare un
processo distruttivo per la condizione di chi lavora.
Sergio Bellavita
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giovedì 29 maggio 2014
CALL CENTER (MILANO): PISAPIA E I CONTRATTI NAZIONALI
LA RECESSIONE INFINITA E IL SUICIDIO DELLA CGIL
Colpisce con quanta determinazione e pervicacia tutto il sistema di potere che si sta costruendo a difesa delle politiche d'austerità racconti menzogne sulla fine della recessione.I media mainstream periodicamente diffondono le rassicuranti dichiarazioni di ministri, sottosegretari e lacchè vari che ci vorrebbero alla fine del tunnel, fuori ormai dalla crisi. L'Istat si è incaricata ieri di fornirci un'immagine del paese ben diversa dalla realtà di regime destinata al malcontento (...)
E' ripresa l'emigrazione mentre, a
dispetto della vulgata xenofoba, frena e non poco l'immigrazione da
altri paesi. Negli ultimi cinque anni 100.000 giovani hanno lasciato
l'Italia per cercare lavoro altrove. Nel 2013 sono stati cancellati
478.000 posti di lavoro, un pesantissimo -2,1 rispetto al 2012, ovvero
il calo più consistente dell'ultimo quinquennio. Il dato sulla
disoccupazione, peraltro sotto stimato, parla di 6 milioni e
trecentomila senza lavoro. Sarebbero 3 milioni i nuclei familiari in cui
nessuno dei componenti ha un lavoro. La fotografia cioè di un
processo che, lungi dall'essere finito, continua a produrre
impoverimento e disoccupazione. Il paese sta rapidamente sprofondando
grazie alle politiche criminali dei governi dell'austerità,
all'immobilismo ed alla complicità del sindacato che sta accompagnando
questi processi, senza contrastarli davvero. |
MA DI QUALI ELEZIONI PARLIAMO?
E’ indubbio che il 25 di maggio siamo andati a votare per rinnovare il Parlamento Europeo. Vi chiederete perché faccio un’affermazione così banale, perché come al solito nel nostro paese il provincialismo politico prende il sopravvento e le elezioni sono sempre una questione interna, una resa dei conti tra i giochi politici italiani.
Vorrei quindi invece ripartire dalla veridicità del voto ovvero il Parlamento Europeo, più che l’Europa visto che l’Europa esiste esclusivamente geograficamente e non socialmente e come i risultati delle elezioni hanno dimostrato neanche politicamente.
E vorrei valutare il risultato italiano nello scenario europeo, e solo successivamente in quello italiano poiché esso ha secondo me due letture.Cominciamo con quello che è accaduto negli altri paesi. La mia valutazione è che è avvenuto un vero e proprio terremoto in Europa, abbastanza atteso ma con sfumature inquietanti. Dico subito che le sfumature inquietanti per me non sono né il voto a Le Pen (certamente preoccupante ma anche assolutamente recuperabile dai francesi ed in ogni caso molto di protesta), né quello ungherese (il fascimo in Ungheria mascherato da libere elezioni è da tempo tollerato e sostenuto scandalosamente dall’establishment dell’EU).
giovedì 22 maggio 2014
FERRERO: COSTRUIRE ANCHE IN ITALIA LA SINISTRA EUROPEA
Siamo arrivati agli ultimi giorni di campagna elettorale, quelli decisivi.
Non solo perché una buona fetta dell’elettorato sceglierà in questi giorni cosa votare, ma perché Renzi e Grillo stanno puntando tutte le loro carte sulla costruzione di un bipolarismo mediatico, per scatenare la campagna sul voto utile e catalizzare consensi.
Questo avviene in un contesto in cui larga parte del popolo italiano vive una solitudine sofferente che non riesce a costituirsi in soggettività, in movimento collettivo. La politica viene così ridisegnata dagli uomini della provvidenza che promettono i miracoli. In una perfetta divisione di ruoli, l’intero spazio mediatico è occupato dall’uomo della provvidenza che punta sulla speranza e da quello che punta sulla rabbia.mercoledì 21 maggio 2014
SCUOLA: INTEGRAZIONE CONTRIBUTO SOSTEGNO AL REDDITO
AVVISO IMPORTANTE A TUTTI COLORO CHE NELL'ANNO SCOLASTICO 2013/2014 HANNO USUFRUITO DEL SOSTEGNO AL REDDITO RICONOSCIUTO DALLA REGIONE LOMBARDIA AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE STATALI
Si rende noto che in base a quanto riconosciuto al paragrafo
4.4 delle sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della
Lombardia nr. 00859 del 28 gennaio 2014 già esecutiva, i genitori con
figli iscritti alla scuola primaria o secondaria statale che hanno ottenuto il
contributo per il "sostegno al reddito" per l'anno scolastico
2013/2014 hanno diritto ad un'integrazione dello stesso contributo, per
allinearlo a quanto percepito, nello stesso anno scolastico, dagli studenti
delle scuole private paritarie.
L'integrazione dipende dalla fascia di reddito ISEE ed
è così commisurata:
ISEE
SCUOLA
PRIMARIA
S. SECONDARIA DI I° GRADO
S. SECONDARIA DI II° GRADO
0-5000
euro
440
euro
560
euro
660 euro
5001-8000
410
euro
550
euro
670 euro
8001-12000
380
euro
530
euro
670 euro
12001-15458
340
euro
510
euro
660 euro
L'integrazione può essere ottenuta mediante la
presentazione di un'istanza alla Regione Lombardia di cui
forniremo il testo venerdì nella Conferenza Stampa convocata davanti alla
Regione Lombardia in via Fabio Filzi 22 ( vecchio Pirellone ) alle ore 12.00
del giorno venerdì 23/05/2014.
Saranno presenti alcuni genitori e studenti che
presenteranno tale istanza per avere la differenza tra quanto ricevuto in
termini di integrazione al reddito e quanto dato agli studenti delle scuole
private. Tutto ciò grazie al fatto che la Sentenza del Tar è già esecutiva e
che questo è stato conquistato grazie alla nostra battaglia contro i Buoni
Scuola. E se pensate che per quest'anno il contributo per il materiale
scolastico e libri di testo è stato azzerato dalla Regione Lombardia sia per le
elementari che per il III IV e V anno delle superiori avete l'idea di quanto
sia importante recuperare da 340 a 670 € a seconda delle diverse fasce di
reddito. E se pensiamo che solo a Legnano sono 1200 i soggetti che hanno
ricevuto l'integrazione al reddito, abbiamo l'idea di quale è il numero di
genitori fortemente interessato in tutta la Lombardia. Sicuramente diverse
migliaia o decine di migliaia.
Associazione NonUnodiMeno
TRE DIVERSI E OPPOSTI PROGETTI DI EUROPA
Dall’inizio del processo politico-diplomatico che ha dato vita all’Unione Europea in ogni paese, e più in generale nel continente, si sono confrontate tre posizioni, tre scuole di pensiero e tre politiche, ognuna delle quali composte e attraversate da approcci e proposte differenti fra loro, ma non per questo non assimilabili.
1. La prima, quella più forte e tuttora egemone, che ha guidato il processo, è ispirata dal neoliberismo in economia, da una concezione tecnocratica e tendenzialmente autoritaria delle istituzioni, dall’ideologia della “superiorità” dell’occidente e del suo “diritto” a “governare” il mondo. Si potrebbero scrivere interi volumi sulle differenze interne a questo schieramento. E indubbiamente ci sono differenze importanti fra i partiti europei - fra quelli nazionali, e all’interno di ognuno di loro - che lo compongono. Ma, nella sostanza, popolari, socialisti e liberali sono insieme il ceto politico che ha rappresentato gli interessi del capitale finanziario, delle multinazionali e, dal punto di vista geopolitico, della subalternità agli USA. Senza tema di smentita si può ben dire che i fatti lo dimostrano.
25 MAGGIO: L'IMPORTANZA DEL VOTO
In Italia si è sempre pensato che le elezioni europee fossero una specie di consultazione elettorale di serie B, rispetto alle più importanti scadenze elettorali nazionali e amministrative.
L'Europa era percepita come lontana, incomprensibile.
Questa volta non è più così. Di colpo l'Europa, o - meglio - l'Unione europea, l'Europa dell'euro-marco, ci appare vicina, e comprensibilissima. Siamo tutti diventati consapevoli che quello che si decide a Bruxelles e a Strasburgo è destinato a influire direttamente sulle nostre vite, sulle nostre condizioni di vita. Abbiamo finalmente capito che non si possono affrontare i problemi del lavoro, della disoccupazione, della precarietà, dei soldi che mancano, in una parola: della crisi, della nostra crisi, se non da un punto (come minimo) europeo.In queste elezioni si confrontano tre diverse e opposte concezioni di Europa: quella dell'Europa delle grandi banche e dei grandi gruppi finanziari, ademocratica, neoliberista, quella di chi sogna un impossibile ritorno al passato, alle monete nazionali, in un orizzonte autarchico e xenofobo, e quella - la nostra – di un'Europa democratica, socialmente solidale, egualitaria, antiliberista, che vuole portare in Europa i contenuti e i valori della nostra Costituzione.
EXPO, L'OCCASIONE (PERSA) DI PISAPIA
Come per De Magistris, Zedda e Doria anche il sindaco Pisapia era stato eletto sull’onda di una mobilitazione straordinaria per partecipazione, entusiasmo, creatività.
Pisapia doveva porre fine alle malefatte di Letizia Moratti.
E tra quelle tante malefatte la peggiore è senz’altro l’Expò: un “Grade evento” fatto di “Grandi Opere” che non hanno alcuna giustificazione se non distribuire commesse, incassare tangenti e tenere in piedi un comitato di affari impregnato di corruzione e di mafia che aveva già devastato la città per anni. Si badi bene: le tangenti sono una conseguenza e non la causa.Se ci fossero solo le tangenti, il territorio non ne riceverebbe danni irreparabili. Il vero danno sono le Grandi opere, la devastazione del territorio e delle relazioni sociali; e il modello di business di cui sono frutto, fondato sull’indifferenza per le esigenze delle comunità locali, sullo strapotere di banche e finanza, sul subappalto del subappalto, che apre le porte alle mafie, sul precariato (e ora anche sul lavoro gratuito) che hanno fatto dell’Expò il laboratorio dell’Italia di Renzi; e, ovviamente, anche sulla corruzione.
A PROPOSITO DI "TERRORISMO"
G8 di Genova, confermata la condanna per falso per un dirigente del reparto mobile
La terza sezione della Corte di appello di Genova ha confermato la condanna a 2 anni con la condizionale per Luca Cinti, vicequestore di polizia e dirigente del Reparto mobile di Bologna nei giorni del G8 del 2001.
Cinti fu mputato di aver detto il falso nel processo a quattro
poliziotti, accusati di aver arrestato illegalmente due studenti
spagnoli durante il G8 di Genova nel luglio 2001.
Il 20 luglio, poco dopo le 15, il reparto mobile di Bologna, comandato da Cinti, caricò i manifestanti pacifici riuniti in piazza Manin e arrestò due ragazzi spagnoli accusandoli di resistenza. Gli agenti sostennero che i due fossero armati di spranga e molotov, ma un video scagionò i due manifestanti. I quattro poliziotti responsabili dell’arresto (Antonio Cecere, Luciano Berretti, Marco Neri e Simone Volpini), invece, sono stati condannati in via definitiva a 4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per “falso e calunnia” e sono attualmente sospesi dal servizio. Nell’ambito del processo di primo grado contro i quattro, Cinti (che era il loro superiore) testimoniò in aula di aver visto il momento dell’arresto aggiungendo che uno dei due arrestati aveva in mano una spranga. Di fronte alla visione del filmato, che mostrava invece i due spagnoli assolutamente disarmati e inermi di fronte all’arresto, Cinti disse anche che non era certo che si trattasse proprio dei due spagnoli arrestati.
La tesi sostenuta da Cinti è stata da quel momento che gli spagnoli siano stati arrestati per sbaglio, mentre i veri responsabili dei disordini sarebbero stati rilasciati per errore dalla Questura.
Il 20 luglio, poco dopo le 15, il reparto mobile di Bologna, comandato da Cinti, caricò i manifestanti pacifici riuniti in piazza Manin e arrestò due ragazzi spagnoli accusandoli di resistenza. Gli agenti sostennero che i due fossero armati di spranga e molotov, ma un video scagionò i due manifestanti. I quattro poliziotti responsabili dell’arresto (Antonio Cecere, Luciano Berretti, Marco Neri e Simone Volpini), invece, sono stati condannati in via definitiva a 4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per “falso e calunnia” e sono attualmente sospesi dal servizio. Nell’ambito del processo di primo grado contro i quattro, Cinti (che era il loro superiore) testimoniò in aula di aver visto il momento dell’arresto aggiungendo che uno dei due arrestati aveva in mano una spranga. Di fronte alla visione del filmato, che mostrava invece i due spagnoli assolutamente disarmati e inermi di fronte all’arresto, Cinti disse anche che non era certo che si trattasse proprio dei due spagnoli arrestati.
La tesi sostenuta da Cinti è stata da quel momento che gli spagnoli siano stati arrestati per sbaglio, mentre i veri responsabili dei disordini sarebbero stati rilasciati per errore dalla Questura.
LA GUERRA CONTRO I POVERI
La Camera vota la fiducia sul «Piano Lupi», oggi il voto finale. L’articolo 5 del decreto taglierà luce, acqua e gas alle occupazioni abitative nel paese.
Tasi, dopo il caos c’è la beffa: secondo uno studio della Uil è più cara dell’Imu. Il tesoro proroga a settembre la tassa per i comuni in ritardo
Ieri la Camera dei Deputati ha votato un atto vendicativo contro centinaia di occupazioni abitative in tutto il paese. Trecentoventiquattro deputati del Pd, Ncd e Scelta Civica contro i 110 di M5s, Lega Nord, Sel e Forza Italia hanno concesso la decima fiducia al «Piano Lupi» del governo Renzi sull’emergenza abitativa che all’articolo 5 prevede di tagliare luce, acqua e gas a chi occupa un immobile.Il provvedimento che incasserà il voto finale oggi a Montecitorio (alle 12,30 le dichiarazioni di voto) lancia una guerra contro almeno 10 mila poveri urbani, italiani e immigrati che solo a Roma vivono in alberghi, scuole, uffici abbandonati, residence o sedi di aziende pubbliche abbandonate.
sabato 17 maggio 2014
SEI PROPOSTE PER CAMBIARE LA FINANZA. E L'EUROPA
Un appello della Federazione delle banche etiche chiede di tassare le transazioni finanziarie, combattere i paradisi fiscali e il sistema bancario ombra.
«Cambiamo la finanza per cambiare l’Europa» è l’appello lanciato dalla Federazione europea delle banche etiche e alternative — Febea, la rete di 25 istituti in 14 Paesi europei con oltre 500 mila tra soci e clienti. Un appello indirizzato ai candidati alla Presidenza della Commissione e che chiede un impegno su sei proposte chiave per «ricondurre la finanza al servizio del bene comune».
La prima
riguarda l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie
per contrastare speculazione ed eccessi quali il trading ad alta
frequenza. Il Parlamento ha votato a larga maggioranza per una sua
introduzione, la Commissione ha pubblicato ormai due anni fa
un’ottima bozza di direttiva, 12 Paesi hanno avviato una procedura di
cooperazione rafforzata per accelerare i tempi. Eppure,
unicamente a maggio del 2014 l’Ecofin sembra avere dato un timido
via libera, ancora con moltissime ombre su quali saranno gli
strumenti sottoposti a tassazione e su tempi e modalità di
introduzione.
martedì 13 maggio 2014
CONTRORIFORMA FORNERO E DEL LAVORO DI RENZI, ACCORDO SULLA RAPPRESENTANZA: LAVORO E DEMOCRAZIA SONO UN'ALTRA COSA
Incontro pubblico
ControrIforma
fornero
RIFORMA
DEL LAVORO DI RENZI
ACCORDO
SULLA RAPPRESENTANZA
DALL’EUROPA
ALL’ITALIA.
LAVORO
E DEMOCRAZIA
SONO
UN’ALTRA COSA
NE PARLIAMO CON
GIORGIO
CREMASCHI
Coordinatore dell’area
programmatica interna alla CGIL “Rete28aprile” e primo firmatario del documento
congressuale alternativo nella CGIL “Il Sindacato è un’Altra Cosa”
FRANCO
TURIGLIATTO
Esecutivo Nazionale di “Sinistra
Anticapitalista”
MATTEO
PRENCIPE
Segretario della Federazione Milanese
di Rifondazione Comunista
CONCLUDE
NICOLETTA
DOSIO
Attivista del movimento “NO
TAV” e candidata alle Elezioni Europee nella lista “L’ALTRA EUROPA CON
TSIPRAS”
LUNEDÌ
19 MAGGIO ORE 21.00
Via Jacopino da Tradate, 9 – Milano
c/o CAM
INIZIATIVA
PROMOSSA DA:
Rifondazione
Comunista circolo E.
Colombani zona 8 e Sinistra Anticapitalista
a
sostegno, nelle prossime Elezioni Europee, della
candidatura di:
Nicoletta
Dosio nella lista
“L’Altra Europa con Tsipras”
Legge515(1953Committente
responsabile:Massimo Torelli
RSU CONTRO LA RIFORMA FORNERO SULLE PENSIONI
Presidio delle RSU Contro Fornero, venerdì 16 maggio, ore 10 davanti alla Prefettura di Milano.
Venerdì 16 maggio, dalle ore 10 alle ore 12, davanti alla Prefettura di Milano, si terrà un presidio organizzato dalle RSU Contro la Riforma Fornero in materia di pensioni.
Questo presidio è organizzato dal coordinamento milanese delle RSU che è
parte del coordinamento nazionale delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie)
che hanno deciso di mobilitarsi per costruire un movimento di massa e unitario per
abrogare la legge Fornero sulle pensioni in modo da ottenere una riforma della
previdenza che sia equa dal punto di vista sociale e rispettosa dei diritti dei
lavoratori.
Abbiamo deciso di attivarci
direttamente come RSU perché riteniamo che le nostre Organizzazioni Sindacali,
a suo tempo, non abbiano contrastato con la necessaria decisione la
controriforma Fornero: per questo ci rivolgiamo anche a loro affinché si
rendano conto delle profonde ingiustizie sociali dell’attuale sistema previdenziale,
riaprano il dibattito sulle pensioni e diano avvio ad una mobilitazione
generale finalizzata al superamento dell’attuale modello.
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