giovedì 26 febbraio 2015

IL LAVORO GRATUITO E' ILLEGALE. Nota di Giorgio Cremaschi e Carlo Guglielmi




"Il lavoro gratuito è illegale, e le autorità ispettive devono intervenire". Nota di Giorgio Cremaschi e Carlo Guglielmi

"Parteciperemo alla manifestazione del 28 Febbraio a Milano contro il Jobsact, contro il lavoro gratis per Expo e per difendere il valore del Primo Maggio dalle minacce del governo Renzi.

Saremo in corteo e in piazza della Scala perché è il momento di far sentire la voce del lavoro che intende resistere al più grave attacco ai suoi diritti e a quelli sociali dal 1945 ad oggi.
Oggi sono in discussione anche le più elementari norme giuridiche e contrattuali, compresa quella che a una prestazione di lavoro deve corrispondere una retribuzione. L'incredibile accordo sindacale sottoscritto da Cgil Cisl Uil che autorizza il lavoro gratis non autorizza in alcun modo una pratica completamente illegittima. Expo è una fonte di affari e speculazioni, anche perseguite dalla magistratura, è una gigantesca impresa commerciale nella quale gli unici a non ricevere nulla saranno le persone che la faranno funzionare. Il lavoro gratis all'EXPO viola leggi e contratti sul piano salariale, normativo, contributivo, su quello della sicurezza del lavoro, come chiariamo nella nota tecnica allegata. Tutte le autorità ispettive pubbliche devono intervenire essendo passibili in caso contrario di omissione di atti di ufficio.

RINALDINI: "Cara Cgil il tempo delle mediazioni è finito."



"Cara Cgil il tempo delle mediazioni è finito. Serve un sindacato democratico". Intervento di Gianni Rinaldini

Dopo le manifestazioni e lo sciopero generale promossa dalla Cgil contro le politiche del Governo Renzi, il sindacato si trova nella necessità di definire le forme e le modalità per dare seguito e continuità alle scelte compiute.

So bene che esiste un'altra possibilità, quella di considerare quella fase una sorta di una tantum di cui gestire in qualche modo un atterraggio morbido che permetta di riprendere la normale routine quotidiana.
Sarebbe in questo caso una scelta disastrosa dove la stessa burocrazia sindacale sarebbe inevitabilmente travolta come una appendice del ceto politico.
La partecipazione alle manifestazioni e agli scioperi della Fiom e della Cgil, sono andati oltre le stesse aspettative perchè hanno incrociato il “sentire” delle persone in carne ed ossa, il malessere sociale diffuso che anche in questo modo ha scommesso di nuovo sul sindacato. La contemporaneità con altre esperienze di movimento, come lo sciopero sociale, che hanno attraversato quelle giornate hanno altresì reso evidenti le potenzialità e la vastità dell'opposizione sociale.

"Il sindacato e' un'altra cosa" Lombardia. Opposizione in CGIL. comunicato



Comunicato coordinamento regionale il sindacato è un'altracosa Lombardia. Opposizione in CGIL


Nei giorni scorsi sono stati emessi nella versione definitiva gli ultimi decreti attuativi del Jobs Act , ennesimo e feroce attacco contro i lavoratori e le future generazioni, che più di tutti subiranno la precarizzazione selvaggia, ad uso e consumo dei profitti padronali,  e lo smantellamento progressivo del  Diritto del Lavoro favorevole ai lavoratori.

Proprio a Milano, sede di Expo e laboratorio di sperimentazione ed uso  del lavoro gratuito,  consentito   dagli accordi  firmati da CGIL/CISL/UIL, e contro al quale in sede congressuale la nostra area richiese alla CGIL ed alla  Camera del Lavoro di Milano il ritiro della firma,  ancora nessuna risposta concreta è stata messa in campo per contrastare la ferocia dei decreti attuativi.
Nella assenza totale delle iniziative, il Coordinamento Regionale de “Il Sindacato è un’altra cosa- Opposizione Cgil”, assume sia la  decisione di partecipare alla prima di manifestazioni ed iniziative convocate finora, quelle per il 28 Febbraio a Milano, proseguendo il percorso dello sciopero sociale del 14 novembre e dello sciopero generale del 12 dicembre, sia  di  interloquire  con tutti i percorsi del sindacalismo conflittuale e dei movimenti che vogliano convergere nell’’opposizione al Jobs Act e alle politiche di precarietà, attivando  campagne di informazione nei posti di lavoro preparando le mobilitazioni previste per l’avvio di expo e per il  1° maggio.

Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Costituito il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Nel nostro paese sono in cantiere profonde modifiche dell’assetto politico-istituzionale, perseguite dall’attuale governo attraverso una vasta revisione della Costituzione ed una nuova legge elettorale destinate, purtroppo, ad incidere negativamente sulla qualità della democrazia e sui diritti dei cittadini.

Ciò avviene ridimensionando la centralità del suffragio diretto e del Parlamento, quale istituzione rappresentativa della sovranità popolare, alterando le garanzie del bilanciamento dei poteri e realizzando una inusitata concentrazione di poteri nelle mani dell’Esecutivo espresso da un unico partito e in particolare esaltando il ruolo dominante del Presidente del Consiglio, nel quadro di un generale soffocamento delle autonomie regionali e locali.

E’ inaccettabile che iniziative come queste, che incidono tanto profondamente sulla democrazia costituzionale avvengano imponendo al Parlamento una marcia a tappe forzate. Questo strozza il confronto politico impedendo la necessaria partecipazione dei cittadini al processo decisionale su scelte che determinano un significativo cambiamento del Patto costituzionale sul quale si fonda l’unità del popolo italiano come comunità politica. Ed è intollerabile che l’Esecutivo pretenda che la riforma costituzionale sia trattata come un decreto legge che il Parlamento deve ratificare, e in aggiunta che la Costituzione sia riscritta da un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, senza sentire l’esigenza, almeno, di un largo e democratico confronto preventivo.

LE RAGIONI DI LANDINI

Le ragioni di Landini

 Ricapitoliamo i fatti. Il segretario della Fiom Maurizio Landini, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, dichiara che siamo alla «fine di un’epoca» e che pertanto «è venuto il momento di sfidare democraticamente Renzi».

Per questo, precisa, «il sindacato si deve porre il problema di una colazione sociale più larga e aprirsi a una rappresentanza anche politica». Il quotidiano diretto da Marco Travaglio traduce e strilla un titolo a tutta pagina «Landini: ora faccio politica». Si scatena una indecente bagarre mediatica. E sebbene lo stesso Travaglio riconosca che quelle parole messe tra virgolette Landini non le ha mai pronunciate, il capo del governo le brandisce come un’arma impropria per mettere fuori gioco il segretario del principale sindacato operaio di questo paese, con l’obiettivo di delegittimarlo anche moralmente. Come se fare politica sia diventato un peccato mortale: per gli altri naturalmente, non per chi il potere politico lo detiene.

lunedì 23 febbraio 2015

TTIP UNA TRAMA OCCULTA



TTIP una trama occulta
un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea
che attraverserà la vita di tutti noi

INCONTRO PUBBLICO
Giovedì 12 Marzo - dalle 21,15 alle 23,30
Via Jacopino da Tradate 9

Si chiama Transatlantic Trade  Investment  Partnership (TTIP),
Accordi commerciali vincolanti voluti dalle Multinazionali per eliminare tutte le barriere “non tariffarie” che rendono costosi gli investimenti: normative di tutela del lavoro, di standard agricolo e alimentare, di salvaguardia ambientale, di tutela dei servizi pubblici d’interesse generale.
Se dovesse entrare in vigore, i privilegi delle multinazionali avrebbero forza di legge e legherebbero completamente le mani dei governanti che saranno chiamati a giudizio se si trovano a pregiudicare i profitti delle stesse.
E' necessaria una corretta informazione, in grado di trasmettere la consapevolezza necessaria a suscitare un’indignazione collettiva e produrre una mobilitazione sociale ampia e plurale.
Ne parliamo con:
Vittorio Agnoletto

 GAP(Gruppo di Acquisto Popolare) Prealpi Milano

--

GAP Prealpi
via Jacopino da Tradate, 9 - 20155 Milano

GRECIA: TUTTI ALLENATORI AL BAR

Grecia: tutti allenatori al bar

La giornata di oggi ha visto esultare tutti coloro che sperano che il governo greco fallisca. E’ l’apoteosi dei commentatori che danno i voti all’allenatore al lunedì al bar. La cosa più impressionante è la convergenza tra critiche da destra e da sinistra che dipingono Tsipras come uno sconfitto e come un illuso.

Io penso al contrario che il governo greco non sia stato sconfitto: l’accordo registra i rapporti di forza e la vittoria di Syriza ha già cominciato a modificarli positivamente, altrimenti il programma della troika sarebbe stato unicamente confermato.
Il governo greco ha quindi fatto la cosa giusta:
in primo luogo perché aveva da risolvere il problema immediato di pagare stipendi e pensioni a fine mese e non esistevano altre strade per farlo se non questo accordo ponte.
In secondo luogo perché non è possibile – e non lo abbiamo mai pensato – che le cose potessero cambiare da un giorno all’altro solo in virtù della vittoria della sinistra in un paese, per di più debole. Qualcuno pensa che la realtà si cambi magicamente attraverso la proposta giusta – magari l’uscita dall’Euro – noi pensiamo che esistano i rapporti di forza e che il problema della sinistra non è di far finta che non esistano ma piuttosto di lavorare attivamente a cambiarli.
L’accordo di ieri dà tempo e apre spazi di manovra per il governo greco, per questo è una sua vittoria.
Adesso, invece di fare i commentatori su cosa fa Tsipras, il nostro problema è utilizzare il tempo per costruire in Italia e in tutta Europa un movimento di massa contro l’austerità che metta in difficoltà i governi di tutta Europa nel proseguire le politiche neoliberiste. Il nostro obiettivo è quello di aprire uno spazio per una trattativa vera in cui l’uscita dalle politiche neoliberiste non sia solo uno slogan ma diventi un obiettivo di milioni e milioni di lavoratori, disoccupati, precari. Vedremo alla fine se l’Europa si può cambiare o meno. Dopo aver fatto la battaglia sul serio. Il risultato si vede alla fine della partita, non dopo tre palleggi di riscaldamento: perlomeno per chi la partita la vuole giocare e vincere, non limitarsi a fare l’allenatore del lunedì.

LA COSTITUZIONE INDEBOLITA DAL JOBS ACT

Un premier che marcia spedito verso l’800

E’ evi­dente che, con i decreti attua­tivi della fami­ge­rata carta di espro­pria­zione dei diritti deno­mi­nato Jobs Act, la Costi­tu­zione non è più la stessa. La prima parte, quella dei valori fon­da­men­tali, anche se non ancora toc­cata in modo espli­cito, è inde­bo­lita dalla legi­sla­zione più recente, vera pistola pun­tata con­tro il resi­duale diritto del lavoro.

Frutto della seconda costi­tu­zio­na­liz­za­zione, lo Sta­tuto del 1970 era il com­pen­dio di una con­giun­tura sto­rica irri­pe­ti­bile che pre­sen­tava con­di­zioni poli­ti­che più favo­re­voli al mondo del lavoro. L’articolo 18 era in fondo il sim­bolo della rela­tiva potenza accu­mu­lata dal lavoro, rispetto al domi­nio asso­luto del capi­tale, e la dimo­stra­zione dei frutti posi­tivi sca­tu­riti dalla con­giun­zione di con­flitto sociale e grande mano­vra politica.

Jobs Act: Renzi fa i compiti assegnatigli dalla Troika. Prepariamo referendum

Jobs Act: Renzi fa i compiti assegnatigli dalla Troika. Prepariamo referendum 

Jobs Act: Renzi fa i compiti assegnatigli dalla Troika e riduce il lavoro a merce. Rilanciare le mobilitazioni, costruire un ampio schieramento referendario.

Mentre in Europa il governo greco cerca di aprire una breccia nelle politiche di austerità, in Italia Renzi fa i compiti assegnatigli dalla Troika: riscrive lo statuto del lavoro riducendolo a merce e cancella decenni di lotte delle lavoratrici e dei lavoratori. Ovviamente Renzi e il suo l’apparato propagandistico sono all’opera nello “spiegare” come le riforme creeranno nuovo lavoro, faranno crescere il Pil, risolveranno la precarietà… e via con le magnifiche sorti e progressive. Si tratta di falsità evidenti che vanno contrastate, rilanciando le mobilitazioni e lavorando sin d’ora alla costruzione di un ampio schieramento referendario.

NOTAV CONTRO LO SPRECO DI RISORSE PUBBLICHE

No Tav sabato in piazza contro "l'immane spreco di risorse pubbliche". Pronto il ricorso alla Corte dei Conti. Prc al corteo

“Un immane spreco di risorse pubbliche”. Il movimento No Tav torna in piazza, a Torino, sabato prossimo. Lo fa dopo un lungo periodo di assenza e una forte ondata di repressione che ha visto tra l’altro una megacondanna a un secolo e mezzo di carcere per circa cinquanta militanti.

L’ultimo appello alla protesta coincide con la presentazione all’Ue di un “progetto che non c’è”. Il termine ultimo sarà il 26 febbraio,sempre che il Cipe approvi. In un documento di otto pagine (più un allegato di 30) che sarà inviato al premier Renzi e ai ministri di Trasporti, Ambiente ed Economia, il presidente dell'Unione dei Comuni della Valsusa, Sandro Plano, ritiene la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità "un delirio progettuale" A nome dei sindaci della Val Susa, che il 21 saranno presenti in massa, invita il Governo a "fare come per il ponte di Messina, fermando l'opera. Prima di aggravare la situazione, visto che il 26 febbraio scade il termine per presentare il progetto definitivo alla Ue"."Il documento - hanno spiegato nei giorni scorsi in conferenza stampa a Torino Plano e alcuni amministratori, ambientalisti ed esponenti tecnici del Movimento No Tav - illustra gravi problematiche relative alle procedure. La legge prevede che il progetto che il Cipe intende approvare sia accompagnato dal cronoprogramma e dalla stima certificata dei costi dell'opera, incluso il tratto francese. Ma tutto questo non c'é‚ o è molto carente. La Francia è in ritardo con la progettazione, in questa fase una valutazione corretta non è possibile. Senza contare che il Cipe aveva precedentemente approvato il progetto preliminare con 222 prescrizioni, ma molte risultano non ottemperate".
Copia dei documenti - hanno annunciato - sarà inviata anche alla Corte dei Conti, che secondo gli esponenti No Tav e ambientalisti "potrebbe avere qualcosa da dire su un'opera della quale non si conosce con chiarezza il costo”. Ezio Locatelli e Fabio Panero, rispettivamente segretario provinciale di Torino e segretario regionale del Piemonte annunciano che Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sarà in piazza con il movimento notav, e con loro anche il segretario nazionale Paolo Ferrero. “Saremo presenti – dicono Locatelli e Panero – per riaffermare la nostra opposizione alla realizzazione di un megaopera inutile, distruttiva. L’alta velocità Torino Lione è uno sperpero di risorse pubbliche a sostegno di interessi affaristici, uno sperpero tanto più spudorato in presenza di una crisi economica che viene usata per tagliare pensioni, salari, stato sociale. Una situazione semplicemente vergognosa e intollerabile: i soldi ci sono per gli speculatori, gli affaristi ma non per i servizi di cui hanno bisogno realmente i cittadini, in specie le fasce più deboli della popolazione. “Saremo presenti – dicono ancora Locatelli e Panero – per manifestare contro la riduzione del conflitto della Val Susa a pura questione di ordine pubblico, da reprimere, da demonizzare. Una strategia della repressione – ultimo atto in ordine di tempo l’assurda condanna a 148 anni di prigione di 48 notav – perseguita a tambur battente dal Governo e dai poteri dominanti nel vano tentativo di zittire una protesta che dura da oltre 25 anni. Se lo scordino, questa protesta andrà avanti fino alla vittoria. Rifondazione Comunista, come sempre, sarà al fianco del movimento di lotta della Valsusa”. 
Autore: fabio sebastiani 

IL 28 FEBBRAIO USB IN CORTEO A MILANO CONTRO IL GOVERNO RENZI



Il 28 febbraio Usb in corteo a Milano contro il Governo Renzi

Manifestazione il 28 a Milano contro le politiche del Governo Renzi. Lanciata dall'appello del Forum Diritti-Lavoro e raccolta dall'Unione sindacale di base, all’iniziativa parteciperanno lavoratori e lavoratrici provenienti da tante città italiane.

Con un motivo in più, dopo che oggi il Consiglio dei Ministri ha trasformato in norme di legge i primi provvedimenti contenuti nel jobs act, togliendo ogni vincolo alle imprese sia in materia di assunzioni, con il contratto cosiddetto a tutele crescenti, che in materia di licenziamenti, con l’abolizione totale dell’art.18 già fortemente ridimensionato dalla Fornero, “d’infausta memoria”, commenta Emidia Papi, dell’Esecutivo nazionale USB. Secondo Usb, “i nuovi assunti vengono consegnati mani e piedi legati ai loro padroni, mentre con il demansionamento, che con linguaggio orwelliano il governo definisce ‘rimansionamento’, si aboliscono anche i diritti minimi dei lavoratori, dando poteri unilaterali all’azienda, che vanno anche oltre quanto disposto dalla legge delega”. “Si vorrebbe far passare l’idea che sono stati i troppi vincoli a favore di chi produce a mandare l’Italia in declino – analizza la sindacalista - come se non fosse arcinoto che da quando è cominciato l’attacco ai contratti nazionali, allo Statuto dei lavoratori, a tutta la legislazione in materia di lavoro, l’occupazione è drasticamente diminuita, l’insicurezza sui posti di lavoro ha continuato a mietere vittime, la povertà ha investito anche i ceti medi. Solo i profitti sono aumentati, non certo gli investimenti”.
“Siamo stanchi di tutto ciò, dei piagnistei di CGIL CISL UIL – conclulde Papi - che hanno concesso tutto ai governi passati, e per la verità anche a questo, lasciando soli i lavoratori di fronte ai padroni”.
Autore: fabrizio salvatori 

Jobs act: le dure critiche di Ferrero, Cgil, Vendola, Fassina, De Magistris

Jobs act: le dure critiche di Ferrero, Cgil, Vendola, Fassina, De Magistris

Il Jobs Act è il mantenimento delle differenze e non la lotta alla precarietà". Coglie nel segno il primo commento della Cgil sul provvedimento che Renzi ha definito di portata “epocale”.

 "Il contratto a tutele crescenti – aggiunge la Cgil –è la modifica strutturale del tempo indeterminato che ora prevede, nel caso di licenziamento illegittimo o collettivo, che l'azienda possa licenziare liberamente pagando un misero indennizzo". E aggiunge: "Il governo parla di diritti ma mantiene la precarietà, dimentica le partite Iva e regala a tutti licenziamenti e demansionamenti facili. Per rendere i lavoratori più stabili non bisogna per forza renderli più licenziabili o ricattabili". Per la Cgil "quello che il governo sta togliendo e non estende ai lavoratori stabili e precari, andrà riconquistato con la contrattazione e con un nuovo Statuto dei lavoratori".

LANDINI E LA SFIDA A RENZI



Landini, la politica, e le smentite che confermano. La Cgil lo rimbrotta ma lui continua per la sua strada: la sfida a Renzi


L'intervista "telefonata" di Landini comparsa oggi sul Fatto quotidiano ha sollevato molte polemiche. Il nodo è la sua discea in politica. In prima fila il rimbrotto Cgil, che ricorda al leader della Fimo che il sindacato non è un partito politico. Un "atto dovuto" che sembra non afferrare la sostanza dell'intervista, ovvero "la dichiarazione di guerra a Renzi". 

Una dichiarazione che la Cgil non è riuscita a formulare con la forza necessaria. Landini da parte sua smentisce, "molto formalmente" il titolo del quotidiano, "scendo in politica", ma non le cose dette. "Del resto nell'intervista si spiega che la 'sfida a Renzi' per il sindacato - si legge in una nota a firma di Landini - oltre alla 'normale azione contrattuale', consiste nella creazione di una coalizione sociale che superi i confini della tradizionale rappresentanza sindacale, capace di unificare e rappresentare tutte le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Ed è questo - conclude - che ho sempre inteso e continuo ad intendere per impegno politico. Ed è un punto di vista che nel suo vero significato spero diventi oggetto di un'ampia discussione e non ridotto ad un titolo ad effetto". Insomma, si capisce benissimo che i prossimi mesi tra la sfida di Atene a Bruxelles e le elezioni in Spagna saranno piuttosto impegnativi per la sinistra italiana.

domenica 15 febbraio 2015

PARTITA LA RACCOLTA DI FIRME PER ELIMINARE IL PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE



Autore: giovanni russo spena

Partita la raccolta firme per eliminare il pareggio di bilancio in costituzione


Sono partite mobilitazione e raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per eliminare il “pareggio di bilancio” imposto,nella Costituzione,dalla quasi unanimità del Parlamento nonostante la forte campagna di massa che movimenti e sinistra radicale promossero.Il PD,anzi,fu alfiere del cambiamento dell'articolo 81 della Costituzione.



L'attuale raccolta di firme è uno strumento efficace per una controinformazione ed una critica di massa ai trattati europei recessivi.E' anche il modo più militante ed efficace per cogliere,in senso solidale,la verità strategica della dura sfida a cui ci chiama il nuovo governo greco.Non dobbiamo sottovalutare l'importanza della proposta di legge che,nel suo testo,permette di riscoprire ,”nel solco della Costituzione,la portata rivoluzionaria dei diritti fondamentali”,come scrive il prof. Azzariti,che della proposta di legge è il principale estensore.

Crisi, tutte le fandonie sul Pil di Ocse, Governo e Bankitalia.

Crisi, tutte le fandonie sul Pil di Ocse, Governo e Bankitalia. La denuncia della Cgil
Ieri l’Istat ha diffuso dati sul pil che subito hanno provocato entusiastiche affermazioni sull’uscita dalla recessione. Cioè, per il solo fatto che la variazione della crescita è pari a zero c’è qualcuno che ha il coraggio di parlare di fine della picchiata. A guardar bene, la variazione congiunturale nulla calcolata dall'Istituto di statistica per il quarto trimestre 2014 è comunque effetto di un arrotondamento. In base ai valori assoluti del prodotto interno lordo, si registra infatti un calo di circa 70 milioni di euro rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, proprio per effetto degli arrotondamenti, e delle revisioni, anche minime, dei dati precedenti, la differenza si annulla. In termini assoluti, dal 2011 ad oggi, da quando cioè l'Italia ha smesso di crescere, l'economia italiana ha comunque perso oltre 70 miliardi di euro. L'effetto appunto, evidente ormai nell'economia reale, di tre anni e mezzo di caduta del valore aggiunto che non si è arrestata in media nemmeno nel 2014, chiusosi, in base alle stime preliminari a -0,4%. Un cambio di passo negli investimenti e nei consumi, secondo gli analisti, non si è infatti ancora concretizzato. Quello che si è verificato nell'ultima parte dell'anno è che l'indebolimento dell'euro ha spinto le esportazioni, controbilanciando le difficoltà interne. La stessa lettura viene data anche dall'Istat: tra ottobre e dicembre dal lato della domanda si è registrato "il contributo negativo della componente nazionale, compensato da un apporto positivo della componente estera netta".

NO STADIO AL PORTELLO



NO STADIO AL PORTELLO E VI SPIEGHIAMO IL PERCHE’
domani dalle 16.30 in poi ci troviamo in piazza della Scala davanti a palazzo marino per manifestare contro tutte le imposizioni in zona 8
Cari Concittadini,
siamo di fronte a scelte impegnative che potrebbero risultare devastanti per la città di MILANO nei prossimi decenni. Scelte che chi governa MILANO cala d’alto e in cui si cerca solo a posteriori la legittimazione attraverso l’orientamento mediatico della cittadinanza, anche con messaggi ingannevoli.
Tutto ciò sembra avvenire senza un definito progetto urbanistico PLURIENNALE, ma appare frutto di improvvisazioni e di calcoli utilitaristici a breve termine.
In questo quadro, si evidenzia alla cittadinanza l’assurdità del progetto di un SECONDO STADIO di calcio al Portello.

sabato 14 febbraio 2015

SCHEDA SULLE SCUOLE POPOLARI

             SCHEDA SULLE SCUOLE POPOLARI         

La Dispersione scolastica
La dispersione scolastica e l’abbandono sono una vera e propria “piaga sociale” nel nostro paese anche in quella che dovrebbe essere la nostra avanzatissima Lombardia, anche nella nostra città di Milano.
Dietro i dati generali, dietro le medie, pur gravi, si nasconde poi una dispersione più alta e più preoccupante negli istituti tecnici e professionali. Il che ci indica che il fenomeno riguarda particolarmente quegli studenti che hanno una certa provenienza sociale. Un dato questo che conferma come la selezione sia una “selezione di classe” come si diceva un tempo.

Forniamo alcuni dati (da TuttoscuolA)
-         2 milioni 900.000 – studenti partiti e mai arrivati al diploma negli ultimi 15  anni nella scuola secondaria statale, vittime di un fallimento formativo.
-         167.000 studenti dispersi nell’ultimo quinquennio nel percorso verso la maturità
-         37% - di dispersione negli istituti professionali
-         68.000 – studenti dispersi al 1° anno delle superiori
-         91.000 – studenti dipersi dopo il biennio iniziale
-         Metà – degli studenti si disperde già dopo il primo biennio
-         500 milioni – di € di docenza “sprecata” per gli studenti dispersi
-         32,6 miliardi – di € l’anno il costo sociale dei Neet, i giovani tra i 15 ed i 29 anni che non studiano, non lavorano, non fanno formazione.

mercoledì 11 febbraio 2015

L’Expo che ci riguarda

L’Expo che ci riguarda

Nelle stesse ore delle celebrazioni ufficiali si è svolto a Milano un altro incontro: “Nutrire il pianeta o nutrire le multinazionali?” Un'occasione per ricordare a Renzi e agli altri potenti gli impegni presi. Perchè produciamo alimenti in grado di nutrire 2 miliardi di persone più di quante abitano il pianeta e abbiamo un miliardo di affamati

L’Expo di Milano incombe ed è utile dare conto di quanto sta succedendo. Dalla grande stampa emerge un problema: il dissenso dell’orchestra della Scala a suonare il primo maggio, giorno dell’Expo ma anche dei lavoratori, manda a gambe all’aria la Turandot dell’Inaugurazione. Matteo Renzi vuole riconquistare il palco per essere lui a cantare “Stasera vincerò”. Tutto questo rischia di fare del famoso Teatro l’unico punto di resistenza contro l’Expo dei ricchi.

Expo: lettera aperta a Renzi

Alle Autorità 

e p.c. agli esperti invitati all’incontro istituzionale di Milano.

“Allo stato attuale la produzione agricola mondiale potrebbe facilmente sfamare 12 miliardi di persone……. si potrebbe quindi affermare che ogni bambino che muore per denutrizione oggi è di fatto ucciso”

Jean Ziegler, già Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo

Signor presidente del Consiglio,
i giornali ci informano che lei sarà a Milano il 7 febbraio per lanciare un Protocollo mondiale sul Cibo, in occasione dell’avvicinarsi di Expo. Ci risulta che la regia di tale protocollo, al quale lei ha già aderito, sia stata affidata alla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition. Una multinazionale molto ben inserita nei mercati e nella finanza globale, ma che nulla ha da spartire con le politiche di sovranità alimentare essenziali per poter sfamare con cibo sano tutto il pianeta.
EXPO ha siglato una partnership con Nestlè attraverso la sua controllata S.Pellegrino per diffondere 150 milioni di bottiglie di acqua con la sigla EXPO in tutto il mondo. Il Presidente di Nestlé Worldwide già da qualche anno sostiene l’istituzione di una borsa per l’acqua così come avviene per il petrolio. L’acqua, senza la quale non potrebbe esserci vita nel nostro pianeta, dovrebbe quindi essere trasformata in una merce sui mercati internazionali a disposizione solo di chi ha le risorse per acquistarla.

Verso la manifestazione del 14 febbraio

Verso la manifestazione del 14 febbraio, messaggio della segreteria nazionale di Rifondazione

MESSAGGIO URGENTE, MASSIMA ATTENZIONE!

Care compagne e cari compagni, questa settimana è densa di importanti appuntamenti, cui il nostro partito deve portare il massimo del suo contributo.
Stare con la Grecia e con Syriza non è mera questione di solidarietà, quanto piuttosto scegliere da che parte stare, ovvero la parte giusta. Significa lottare contro l’austerità, le politiche della Troika e della BCE, significa scegliere la democrazia.
Abbiamo detto “E’ cambiata la Grecia cambiamo l’Europa” a questo fine in molte capitali europee si svilupperanno nei prossimi giorni molte iniziative.
Come saprete l’11 ci saranno presidi e flash mob in tutta Italia e sabato 14 febbraio è indetta una grande manifestazione a Roma alle ore 14.30 con partenza da Piazza Indipendenza fino al Colosseo. La manifestazione è promossa da “Cambia la Grecia cambia l’Europa” e cioè dalla campagna nata su iniziativa di compagne e compagni dell’Altra Europa con l’obiettivo di allargare il campo di chi sostiene la Grecia e si batte contro l’austerità.
Alla manifestazione hanno già aderito: L’ALTRA EUROPA, FIOM, FLC, FP, PRC, SEL, AZIONE CIVILE, ARCI, ACT, SINISTRA EURO MEDITERRANEA, RETE DELLA CONOSCENZA, TILT, SINISTRA ANTICAPITALISTA, ROSS@ ed è di pochi minuti fa anche l’adesione della CGIL .
Un clima davvero positivo e unitario che, per l’ampiezza delle adesioni, dà la cifra della rilevanza dello scontro in atto.
La FIOM nella riunione preparatoria di ieri si è impegnata perché i propri iscritti si mobilitino al massimo e organizzerà i pullman per Roma, in particolare per le regioni del SUD.
Vi chiediamo, di attivarvi all’interno dei comitati Altra Europa per coordinare le iniziative necessarie a portare a Roma tante e tanti compagni/e, e ottimizzando l’organizzazione dei pullman.
Così come vi chiediamo di partecipare numerosi alle iniziative indette verso la manifestazione.
Grazie per l’attenzione, e per la mobilitazione che metterete in campo.
La segreteria

Massima mobilitazione del PRC a sostegno del governo di Syriza

Massima mobilitazione del PRC a sostegno del governo di Syriza

Ordine del giorno approvato all’unanimità dalla direzione PRC, 7-02-2015
Mobilitazione a sostegno del governo di Syriza, mercoledì 11 febbraio presidi in ogni città, sabato 14 febbraio tutti a Roma
La direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista impegna tutto il partito alla massima mobilitazione per la riuscita delle manifestazioni unitarie a sostegno del governo greco guidato dal compagno Alexis Tsipras.
Come Partito della Sinistra Europea abbiamo indetto una settimana di mobilitazione in tutti i paesi dall’11 al 17 febbraio per fare pressione sui governi affinché rispettino il voto del popolo greco e cambino le regole imposte dalla BCE e dalla Troika. Si tratta non solo di solidarietà con il paese che più ha subito le conseguenze delle politiche europee, ma di diffondere la consapevolezza che la causa greca è quella di tutti i popoli e di tutti i lavoratori e lavoratrici d’Europa.
Grazie alla vittoria di Syriza, per la prima volta in Europa c’è un governo che mette apertamente in discussione l’agenda neoliberista.
Il tentativo da parte della BCE, della Merkel e dei suoi alleati di soffocare sul nascere il governo di Syriza e di costringerlo a rinnegare il suo programma è volto a impedire che si diffonda su tutto il continente lo spettro della possibilità di uscire dalla crisi ponendo fine all’austerity neoliberista.
Il popolo greco e il suo governo in questo momento stanno difendendo i diritti di tutti i popoli europei e la stessa democrazia. E’ totalmente priva di fondamento ed inaccettabile la campagna volta a contrapporre le richieste dei greci agli interessi degli italiani come degli altri popoli.
In questo quadro la posizione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di sostegno al’operazione di strangolamento della Grecia decisa dalla BCE non può che essere al centro della mobilitazione in quanto è in palese contrasto con gli stessi interessi del popolo italiano e rappresenta la prosecuzione dell’offensiva che sta conducendo contro i diritti dei lavoratori e per la svendita dei beni comuni.
- Ovunque possibile vanno organizzati presidi e manifestazioni nella giornata di mercoledì 11 febbraio in concomitanza con la riunione dell’Eurogruppo dove il governo greco ufficializzerà le sue richieste.
- Tutte le strutture del partito devono impegnarsi, insieme ai comitati per L’Altra Europa con Tsipras e alle altre organizzazioni che hanno aderito a partire da Fiom e Arci, per garantire la massima partecipazione alla manifestazione nazionale unitaria “Dalla parte giusta. E’ cambiata la Grecia, cambiamo l’Europa” indetta per sabato 14 febbraio a Roma.
Non possiamo lasciare da soli i greci a combattere.

domenica 8 febbraio 2015

La Grecia ha urgente bisogno della nostra solidarietà.



La Grecia ha urgente bisogno della nostra solidarietà.

Appello di Pierre Laurent, presidente del Partito della Sinistra Europea
I prossimi giorni sono cruciali. Il nuovo governo di Alexis Tsipras ha intrapreso dei negoziati per attuare il mandato popolare. Applicando il suo programma di recupero economico e democratico, Syriza può riuscire a cambiare la Grecia e, insieme a noi, cambiare le regole dell’Europa per poter uscire dall’austerità. La troika, Angela Merkel, i liberali e i poteri finanziari lo sanno. Vogliono azzerare questa possibilità.

L’expo della precarietà

G.Cremaschi – L’expo della precarietà

Per quale ragione in una Expo appaltata alle grandi multinazionali del cibo, nella quale affari edilizi,  speculazione e corruzione hanno prosperato e che viene ancora presentata come una possibile volano per l’economia del paese, perché in un evento ove tutto è misurato in termini di profitti a breve o differiti, gli unici gratis devono  i lavoratori?

"Unire la sinistra fuori e contro i socialisti che sono i servi dei banchieri". Intervista a Paolo Ferrer

"Unire la sinistra fuori e contro i socialisti che sono i servi dei banchieri". Intervista a Paolo Ferrero
Di fronte alla sfida della Grecia Ue e Bce rispondono pesantemente ma in realtà non sanno cosa fare per tenere unito il quadro. Tu che idea ti sei fatto? 
Più che altro, la vittoria di Syriza con quel programma ha determinato la rottura della narrazione dominante. La narrazione dominante era che l’Europa era divisa tra gli europeisti e gli nazionalisti razzisti. E invece le elezioni in Grecia hanno detto che l’Europa è divisa tra chi sostiene le politiche liberiste e chi è contrario. E loro stanno cercando di soffocare il Governo di Syriza sul nascere perché se va avanti è evidente che rischiano o di sfasciare l’Europa o di far si che Syriza porti a casa dei risultati innescando così il contagio politico verso gli altri popoli europei. I popoli si potrebbero rendere conto che invece di regalare soldi agli speculatori si può usaare la banca centrale per politiche di welfare e di crescita. Syriza ha evidentemente aperto una contraddizioni tra le classi dominanti.

Grecia, l'appello solidale di trecento economisti e accademici internazionali

Grecia, l'appello solidale di trecento economisti e accademici internazionali

Trecento economisti e accademici provenienti da tutti i continenti, da James Galbraith a Stephany Griffith-Jones, da Jacques Sapir a Dominique Meda, invitano i governi europei e le istituzioni internazionali a “rispettare la decisione del popolo greco”


Chiediamo ai governi d’Europa, alla Commissione europea, alla Banca centrale europea e al Fondo monetario internazionale di rispettare la decisione del popolo greco di scegliere una nuova via e di avviare trattative in buona fede con il nuovo governo greco per risolvere il problema del debito.
Il governo greco ha ragione nel sostenere che un importante cambiamento è necessario perché le politiche attuate finora sono un fiasco completo. Non hanno portato né alla ripresa economica, né alla stabilità finanziaria, non hanno creato né posti di lavoro, né investimenti diretti esteri . Hanno danneggiato la società greca e indebolito le sue istituzioni.