Le elezioni regionali
Il dato macroscopico con cui confrontarsi è quello dell’astensionismo. Vi è un
calo di circa 10 punti
percentuali (che sia pure in misura leggermente ridotta si riproduce
anche nelle elezioni comunali).
Nelle elezioni regionali va quindi a votare un cittadino su due. Il punto centrale che emerge da questo risultato è il fatto che le politiche di austerità scelte dai governi da oramai più di un ventennio stanno producendo una disaffezione sociale dalla politica tale da
mettere in
discussione la democrazia. Questo fenomeno è particolarmente
accentuato per quanto riguarda le regioni. Le regioni, con ¾ del bilancio concentrato nella sanità, sono un livello istituzionale il cui ruolo è
sostanzialmente ridotto ad applicare le politiche di austerità con effetti diretti sulla popolazione. Le
politiche di austerità stanno quindi producendo un
fenomeno strutturale di distruzione
del
patto costituzionale
nel
suo punto di maggior delicatezza: il rapporto tra il popolo e la politica in quanto tale. Non è sufficiente una proposta politica alternativa sulle politiche economiche che non contempli parallelamente una proposta di costruzione di un nuovo percorso democratico. Non è più
possibile una battaglia puramente difensiva sulla democrazia perché
questa è già oggi in larga parte svuotata dalle politiche neoliberiste decise su scala europea.