martedì 3 marzo 2020

il 29 marzo voteremo NO nel referendum costituzionale


Care compagne, cari compagni,

come sapete, il 29 marzo voteremo NO nel referendum costituzionale avente ad oggetto la conferma o meno della legge costituzionale approvata dal Parlamento riguardante la riduzione (molto drastica) del numero dei parlamentari ( senza prevedere, tra l’altro, alcuna differenziazione di funzioni tra Camera e Senato ). Demagogia populista diffusa, soprattutto dal M5S a piene mani con la meschina motivazione di risparmi di spesa ( peraltro modestissimi). 
E’ importante la più ampia mobilitazione per il NO, collegata ad una attenta e diffusa controinformazione. 
E’ un referendum costituzionale , in cui, pertanto, non è previsto il raggiungimento del quorum per la sua validità.

29 marzo, referendum e riforma


Si è voluto evitare che un approfondito dibattito pubblico sulla riforma possa portare ad un ripensamento nell’opinione pubblica

Appena conosciuti i risultati delle urne in Calabria ed in Emilia Romagna, dopo poche ore, il Consiglio dei Ministri ha assunto una decisione politicamente rilevante fissando al 29 marzo la data per lo svolgimento del referendum avente ad oggetto la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. Con tale decisione si è voluto ridurre al massimo lo spazio temporale fissato dalla legge per l’indizione del referendum allo scopo di evitare che un approfondito dibattito pubblico sulla riforma possa portare ad un ripensamento nell’opinione pubblica.

Corona virus: lettera agli studenti del Volta

Lettera agli studenti del Volta - 25 febbraio 2020
“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”

Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi.

CORONAVIRUS- DIFENDIAMO I SALARI E LA SALUTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI


CORONAVIRUS- DIFENDIAMO I SALARI E LA SALUTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Il governo ha stanziato milioni di milioni per le imprese in difficoltà a causa a degli effetti sull’economia dell’emergenza corona virus.

Non ha avuto lo stesso occhio di riguardo per tutte quelle centinaia di migliaia di lavoratori che vengono privati ​​di un reddito già presente o sottoposto a osservare la loro opera in condizioni che li espongono a rischi per il saluto e alla violazione di tutele basilari.

Ci riferiamo in particolare a quei tantissimi lavoratori che nei decenni di licenziamenti, deregolamentazioni, esternalizzazioni, diffusione dei subappalti hanno confinato in quell ampia zona economica in cui regnano precarietà, bassi salari, sfruttamento e mancanza dei diritti minimi.

Una lettera e una petizione on line per chiedere alle Istituzioni che le strutture convenzionate sostengano a titolo gratuito la sanità pubblica.


Una lettera e una petizione on line per chiedere alle Istituzioni che le strutture convenzionate sostengano a titolo gratuito la sanità pubblica.

Governo e regioni obblighino per decreto la Sanità privata a contribuire in modo gratuito a risolvere l’emergenza Coronavirus. A chiederlo sono Rifondazione Comunista e Milano in Comune con una lettera e una petizione on line indirizzata a Ministero della Sanità, Regione e Comune di Milano. Ecco il link per la raccolta di firme: http://chng.it/ZXX4vqfHY4
In questo momento, con le cittadine e i cittadini sottoposti a messaggi contraddittori sulla reale pericolosità del virus, vediamo le nostre strutture sanitarie pubbliche – penalizzate da anni di continui tagli economici a favore del privato – in grave e crescente difficoltà, oltre che lasciate sole a affrontare l’emergenza e la normale attività. Per questo chiediamo un atto e/o un decreto che imponga alle strutture sanitarie private convenzionate di concedere, a titolo non oneroso e per tutto il tempo necessario, ciò che è utile per l’emergenza di rianimazione, come per le analisi e supporto medico infermieristico, così da concorrere a ristabilire la dovuta serenità sociale.


Matteo Prencipe – Rifondazione Comunista
Alessandro Brambilla Pisoni – Milano in Comune


vedi video: https://www.facebook.com/prcmilano/videos/218556175998318/

CORONAVIRUS: E’ IL MOMENTO PER LA SANITÀ PRIVATA DI RESTITUIRE ALLA COLLETTIVITA’


I cittadini e cittadine milanesi e lombardi/e vivono con apprensione lo stillicidio di informazioni, spesso incoerenti, circa la gravità dell'emergenza Coronavirus. E, pur a fronte di messaggi di incoraggiamento a non fermarsi e ritornare alla vita normale (che sono sì utili ma solo se e quando tutti potranno godere della sufficiente fiducia e serenità), vediamo le nostre strutture sanitarie pubbliche - penalizzate da anni di continui tagli economici a favore del privato - in grave e crescente difficoltà, oltre che drammaticamente lasciate sole a affrontare l'emergenza e la normale attività.

domenica 1 marzo 2020

Marzo 1944 – Sciopero generale contro il nazifascismo


Se gli scioperi del marzo 1943 che hanno rappresentato un salto di qualità nella lotta di opposizione al fascismo, erano caratterizzati da rivendicazioni economiche e salariali, quello generale del marzo 1944 è invece uno sciopero politico contro la fame, contro la guerra e contro il nazifascismo. Fu possibile metterlo in atto grazie all'attività clandestina di uomini e donne, di operaie e operai, organizzati nei Comitati di agitazione.

Quella formidabile protesta la “più grande manifestazione di massa effettuata nell'Europa occupata dai nazifascisti” , come la definì il New York Times e Radio Londra, paralizzò l'intero territorio italiano occupato dai nazifascisti.A Milano e nell'area industriale di Sesto San Giovanni si fermano tutti i grandi stabilimenti dall'1 all'8 marzo 1944.Il moto di protesta fu così forte che il “Corriere della Sera” non uscì per tre giorni per lo sciopero dei poligrafici.

Scioperano pure gli impiegati delle banche, i colletti bianchi.

I tranvieri milanesi scesero in sciopero e paralizzarono la città. L'astensione dei tranvieri ebbe una risonanza mondiale e fu citata dalla voce di Londra, dalla voce dell'America e da Radio Mosca.

 I lavoratori milanesi e sestesi pagarono duramente la partecipazione allo sciopero generale, con la deportazione di centinaia e centinaia di operai nei lager nazisti.

Il riconoscimento del ruolo dei lavoratori italiani nella lotta contro il nazifascismo è solennemente sancito dall'art.3 della Costituzione, nel quale, fra l'altro, si legge: “E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”

Roberto Cenati - Presidente Anpi Provinciale di Milano

“No agli esercizi di guerra della NATO – Sì alla pace, alla politica di distensione, al disarmo”.


MOZIONE APPROVATA ALL’ESECUTIVO DEL PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA.


Il Partito della Sinistra europea si oppone attivamente all’attività militare statunitense Defender 2020, nonché a tutte le azioni di supporto della NATO e degli Stati membri dell’Unione Europea. È necessaria un’ampia resistenza! Insieme al movimento per la pace dobbiamo prendere una posizione contro la politica degli Stati Uniti e dei loro alleati. Ove possibile, dobbiamo disturbare o prevenire eventuali manovre.

Il coronavirus e la società che verrà



February 27, 2020

Comunque vada, la vicenda del coronavirus non lascerà le cose immutate. Condizionerà la percezione delle cose e delle priorità da parte delle persone e produrrà conseguenze sul piano sociale, economico, culturale e politico. Questa è una delle poche certezze in questi giorni caotici, pieni di legittime paure e di psicosi più o meno indotte.

Difficile prevedere oggi cosa e come cambierà, anche perché siamo solo agli inizi e ognuno e ognuna di noi sta ancora cercando di metabolizzare la nuova situazione. Eppure, siamo costretti a ragionarci sin d’ora, perché in fin dei conti il nostro futuro non lo scriverà il virus, ma noi stessi, cioè le persone e le forze sociali, politiche e istituzionali in campo.

Ma prima di procedere va fatta una premessa, anzi due, per trasparenza nei confronti di chi legge.

Coronavirus, cosa non ha funzionato nella sanità lombarda



Medico, professore presso l'Università degli Studi di Milano



Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha segnalato che probabilmente all’ospedale di Codogno qualcosa non ha funzionato; i vertici della regione Lombardia hanno immediatamente reagito con grande durezza. La polemica si è chiusa con inusitata rapidità: uno aveva da far dimenticare il mancato controllo su chi dalla Cina arrivava in Italia transitando da un Paese terzo, gli altri non potevano permettere che fosse messa in discussione la tanto celebrata sanità lombarda.

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Ma, andando oltre le schermaglie politiche, è fondamentale capire se qualcosa veramente non ha funzionato nel servizio sanitario lombardo, accreditato da più parti come il migliore ed il più efficiente della penisola.

domenica 16 febbraio 2020

PERCHE' L'EX MINISTRO DELL'INTERNO DEVE ESSERE PROCESSATO E CONDANNATO PER I CRIMINI RAZZISTI COMMESS


Sono una persona amica della nonviolenza, e da decenni partecipo del movimento che si batte per l'abolizione delle "istituzioni totali" che negano la dignita' umana, per "liberarsi dalla necessita' del carcere", per una giustizia riparativa. Cosi' non auguro affatto all'ex-ministro del'Interno il carcere, ma credo sia giusto e necessario che sia processato e condannato per i crimini razzisti commessi, e che sia conseguentemente allontanato da tutti i pubblici uffici. Poi cessi di propagandare il razzismo e di promuovere la persecuzione di esseri umani innocenti, abbia una buona e lunga vita, rifletta sugli errori e gli orrori commessi, e si adoperi a porre rimedio per quanto possibile al male compiuto.

elezioni amministrative del Comune di Milano


Partito della Rifondazione Comunista

Federazione Provinciale – Milano



Carissimi compagni/e,

le elezioni amministrative del Comune di Milano si svolgeranno nella primavera 2021. L’ultimo anno della Consigliatura, è sempre caratterizzato da bilanci e avvii di relazioni politiche in vista delle elezioni.



Per fare il punto della situazione e delle relazioni politiche in corso tra le forze politiche della Sinistra cittadina, dell’azione di Milano in Comune e del suo ruolo, è convocato un attivo dei compagni/e dei Circoli della Città di Milano.



Lunedì 24 febbraio dalle ore 18.30 alle ore 20.00

Presso La Federazione Provinciale



Vi invito alla più ampia partecipazione.



Matteo Prencipe

Segretario Provinciale PRC – Milano

FACCIAMO COME IN FRANCIA


FACCIAMO COME IN FRANCIA è lo slogan con il quale riparte Sabato 8 gennaio in tutta Italia la campagna , di Rifondazione Comunista sui temi sociali e del lavoro partita nel mese di dicembre con centinaia di iniziative in tutto il paese.

I lavoratori francesi sono in lotta con grandi mobilitazioni di massa per difendere il diritto a lasciare il lavoro con una pensione piena a 62 anni contro i Tentativi di Macron di allungare sine die l’età pensionabile e ridurre l’assegno, in sintonia con i dettami della Ue già largamente applicati in Italia con la legge Fornero.In Italia milioni di pensionati vivono con pensioni povere e soprattutto con le norme attuali sono moltissimi specie giovani e donne quelli che alla pensione non ci arriveranno mai se non con assegni di sopravvivenza. Questo in un paese in cui si registrano milioni di giovani disoccupati , precari o che non studiano e non lavorano che tirano a fine mese solo grazie ai pensionati con cui vivono. Un paese in cui in questi anni è continuata ad aumentare la povertà, calano gli occupati, crollano i posti fissi mentre aumenta il numero di lavoratori e soprattutto di lavoratrici a termine, il numero di precari ha raggiunto il record storico di 3 milioni e 123 mila unità.

Palermo:grave intimidazione di polizia contro militanti di Rifondazione. Polizia brandisce articolo 18, ma è quello sbagliato.


Due compagni di Rifondazione Comunista sono stati circondati, perquisiti e identificati dalla polizia questa mattina a Palermo mentre esercitavano un normale diritto democratico sancito dalla Costituzione: distribuivano semplicemente volantini ai lavoratori davanti alla Leonardo nell’ambito della nostra campagna su pensioni e salari.

Come se non bastasse sono stati trattenuti in attesa della Digos che ha poi ripetuto l’identificazione. La cosa più grave e grottesca è che la Digos ha verbalizzato che i nostri compagni (che erano 2 non 500) stavano facendo una "manifestazione non autorizzata", cioè che stessero violando l'articolo 18 del Tulps (Testo unico pubblica sicurezza) che al contrario di quello dello Statuto dei Lavoratori non è stato abrogato.

Jobs Act bocciato in Europa, un mostro targato PD


Il Jobs act va abolito e l’articolo 18 ripristinato! Lo diciamo con la nostra campagna sociale e per i diritti dei lavoratori con volantinaggi nelle piazze e davanti alle fabbriche in tutta Italia in queste settimane.

Oggi apprendiamo che anche il Comitato Europeo dei diritti sociali ha stabilito, in risposta a un ricorso collettivo presentato dalla Cgil nel 2017, che le norme del Jobs Act violano i diritti dei lavoratori sanciti dalla Carta sociale Europea

Impediscono infatti sia il reintegro del lavoratore licenziato senza giustificato motivo sia la facoltà del giudice di commisurare l’indennizzo ai danni effettivamente subiti.

Il Jobs Act contro la Carta sociale europea


L’11 febbraio 2020, a seguito del reclamo collettivo n. 158 del 2017 presentato dalla CGIL con il sostegno della Confederazione Europea dei Sindacati, il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa ha riconosciuto che l’Italia viola il diritto dei lavoratori licenziati senza valido motivo “a un congruo indennizzo o altra adeguata riparazione” come previsto dall’art. 24, parte II, lett. b), della Carta sociale europea riveduta.

L’art. 24 della Carta sociale europea riveduta (Cser) sancisce il diritto di ogni lavoratore ingiustamente licenziato di ricevere una tutela effettiva e realmente dissuasiva nei confronti di comportamenti arbitrari del datore. Vale a dire che al lavoratore deve essere garantita la reintegrazione nel posto di lavoro oppure, se questa non è concretamente praticabile, un risarcimento commisurato al danno subito, senza “tetti” di legge che limitino il potere del giudice nel quantificarlo.

L’Italia dica no al nuovo TTIP


Il Governo italiano, se è serio nel voler tradurre in atti l’impegno solenne di proteggere il nostro pianeta – ribadito dal premier Conte sottoscrivendo a Assisi il Manifesto ispirato da papa Francesco – deve dichiarare immediatamente la sua indisponibilità a supportare un nuovo TTIP e respingere al mittente l’imposizione di nuovi dazi in risposta alla vertenza boeing-airbus di cui l’Italia non è assolutamente responsabile.

Per la Campagna Stop TTIP quella impressa dagli Stati Uniti con la complicità della Commissione europea è una forzatura inaudita e inaccettabile. Il Parlamento Europeo ha negato alla Commissione europea il mandato di negoziare il commercio dei prodotti agricoli, e quello di svendere le regole che proteggono la sicurezza alimentare è un basso espediente per aggirare la volontà popolare democraticamente espressa.

Il nostro no al “Giorno del Ricordo”


Ripubblichiamo l’intervento della compagna Tiziana Valpiana, a nome del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista, con cui dichiarava alla Camera il voto contrario alla legge istitutiva del Giorno del Ricordo. Le ragioni del nostro no risultano 16 anni dopo confermate da come la ricorrenza è diventata un’occasione di revisionismo storico su scala di massa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Valpiana. Ne ha facoltà.

TIZIANA VALPIANA. Signor Presidente, colleghe e colleghi, ci siamo accinti a lavorare su questo provvedimento – che pure, per come è stato presentato, poteva essere, per noi di Rifondazione comunista, colmo di insidie non condivisibili – con serietà e serenità, con un atteggiamento privo di pregiudizi, con la più sincera predisposizione a lavorare per arrivare ad un risultato condivisibile, pur nella consapevolezza di quanto sia delicato affrontare un tema ancora troppo recente (cinquant’anni nella storia sono nulla) e ancora sanguinante.

Foibe. L’agguerrito esercito della negazione della storia


Ci risiamo. La ricorrenza del 10 febbraio – il cosiddetto “Giorno del ricordo”, istituito con legge “bipartisan” Berlusconi imperante (l. n. 92 del 3 marzo 2004) – eccita gli animi, in modo ogni anno più parossistico: è il primo paradossale risultato di quella legge sciagurata, che in nome della “pacificazione” e delle “memorie condivise” ha prodotto l’opposto effetto. Com’era ovvio, perché le memorie degli uni non solo non si pareggiano con quelle degli altri, ma, al contrario, emergono con rinnovato sentimento oppositivo. Gli eredi, biologici o politici, dei fascisti occupanti la Jugoslavia negli anni ‘40, autori di stragi inaudite, di devastazioni e vessazioni ai danni della popolazione locale, non sembrano più in cerca di una semplice (e impossibile) autoassoluzione per il loro ruolo di carnefici, ma ormai si propongono, con crescente protervia, nei duplici panni di vittime, e, addirittura, di «eroi». Si vedano gli annunci di iniziative delle associazioni degli esuli istriani e dalmati, o di circoli neofascisti, in cui ricorre accanto o invece del termine «martiri» quello appunto di «eroi»: gli eroi delle foibe.

Fermare il MES per aprire la strada a un’altra Europa


Entro il prossimo mese di aprile, secondo il calendario del­l’Eurogruppo, la riforma del MES dovrà essere approvata dagli Stati membri dell’Eurozona e poi ratificata dai Parlamenti nazionali.
Il MES (Meccanismo Europeo di stabilità) è attivo dal luglio 2012 come Fondo salva-Stati, ed è l’evoluzione di precedenti meccanismi, il FESF (Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria) e il MESF (Meccanismo Europeo di stabilità finanziaria), pensati, con l’insorgere della crisi finanziaria globale del 2008, come strumenti per tutelare l’Unione monetaria dall’effetto domino di crisi occorse a singoli Paesi.
Fa parte del medesimo processo che ha visto, sempre nel 2012, l’approvazione del Fiscal Compact, che il nostro Paese ha di fatto inserito, all’unanimità, addirittura in Costituzione, introducendo il principio del pareggio di bilancio nell’articolo 81.

lunedì 27 gennaio 2020

Una democrazia “a numero chiuso”

Pubblicato il 22 gen 2020

di Giovanni Russo Spena -
La decisione della Corte Costituzionale la quale ha giudicato inammissibile la richiesta di referendum proposto dalla Lega per trasformare in direzione completamente maggioritaria la legge elettorale è importante anche perché è una rimessa in discussione delle strategie e dei comportamenti dei singoli attori del sistema politico. Innanzitutto abbiamo la conferma , con mutamento di strategia rispetto alla tradizionale strategia leghista ( chi ricorda il “porcellum” di Calderoli?), che oggi le destre sovraniste / nazionaliste sono protagoniste di una pericolosa involuzione ultramaggioritaria e plebiscitaria. Non accettano il sistema democratico/costituzionale. Magistratura, presidenza della Repubblica e, ora, dopo la decisione che dichiara inammissibile la proposta referendaria, anche la Corte Costituzionale, diventano “sacche di resistenza del vecchio sistema”.

La recente escalation militare in Medio oriente ha fatto sorridere i mercati azionari del comparto della “difesa”.

La recente escalation militare in Medio oriente ha fatto sorridere i mercati azionari del comparto della “difesa”. Un po’ come quei due costruttori che se la ridevano al telefono per il terremoto in Abruzzo. Non è una novità del resto: le armi sono un prodotto e come tutti i prodotti, perché il profitto si realizzi, devono essere comprati, consumati e possibilmente ricomprati. La guerra è il mercato di questo settore.
In una lunga intervista rilasciata a Rivista Italiana Difesa lo scorso dicembre l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo ha detto chiaramente che la stessa Leonardo è “prima di tutto uno strumento della politica internazionale dell’Italia” poiché il suo settore di business “riguarda direttamente i rapporti di alto livello con gli altri Stati”.
Se consideriamo che i maggiori clienti di questa azienda sono Stati uniti, Turchia e le monarchie petrolifere del Golfo comprendiamo bene anche il senso profondo delle parole dell’amministratore delegato: l’industria bellica non è soltanto uno “strumento”, ma il faro della politica estera e della “difesa” italiana.

L’Italia non è una rampa di lancio

Gli Stati Uniti stanno utilizzando il nostro territorio come tappa di un ponte aero-navale per uomini e mezzi, come deposito di materiale bellico (anche nucleare) e come snodo strategico delle comunicazioni satellitari.
Da Aviano e Vicenza passando per Pisa, Livorno, Napoli, Sigonella e Niscemi, tutto il Paese è coinvolto nel nuovo conflitto che si sta preparando con l’Iran…
Perché?
-Perché l’Italia è oggi il 5° avamposto militare statunitense a livello globale.
-Perché dal 1954 la presenza delle basi statunitensi è coperta da segreto di Stato.  L’Italia è un Paese a sovranità limitata.
-Perché la politica estera italiana continua ad essere al servizio di quella degli Stati Uniti e della Nato.

L’Italia è un Paese in guerra da almeno trent’anni senza che mai abbia subito minacce o attacchi da nessuno.
ORA BASTA !

chiediamo patrimoniale e più tasse per i ricchi

I dati del rapporto Oxfam gridano vendetta. In Italia l’1% più ricco detiene quanto il 70% della popolazione.
Tre persone hanno più soldi del 10% degli italiani. E ovviamente non si può contare l’enorme quantità di ricchezza accumulata off shore nei paradisi fiscali.
L’Italia uno dei Paesi più ingiusti con l’1% della popolazione che ha il 70% delle ricchezze. Negli ultimi 20 anni i più ricchi in Italia hanno incrementato i patrimoni del 7,6%. Il 50% dei più poveri ha perso il 36%. Oltre il 30% dei giovani sono sotto gli 800 euro lordi al mese.
Queste sono le conseguenze delle politiche neoliberiste perseguite dai governi di centrodestra e centrosinistra in Italia e in UE.

Le pensioni di nonni e genitori rendono sostenibile il precariato di figli e nipoti

Istat. Le pensioni sono il primo reddito per 7,4 milioni di famiglie italiane. Da ricordare quando scatterà la prossima geremiade contro l’«apartheid» dei precari. Non sono i «vecchi» ad avercela con i «giovani». Sono entrambi sfruttati in una guerra che mantiene tutti in povertà. Non è una guerra tra generazioni. È il saccheggio di tutte le generazioni operato dal capitalismo oggi
Il Welfare più arretrato, disfunzionale e ingiusto d’Europa si regge grazie ai pensionati. La crisi sociale acutissima prodotta dal precariato strutturale di massa nell’ultimo trentennio è sostenibile solo grazie all’integrazione al reddito garantita dai genitori e dai nonni che mettono a disposizione l’assegno mensile e le varie forme di rendita accumulate nel corso di una vita di lavoro di una o più generazioni per sostenere figli e nipoti che vivono nell’economia dei «lavoretti».

la resistenza continua

«Il fatto è che la Resistenza non è finita, che la lotta di liberazione non si è conclusa con l’abbattimento del regime fascista. Non si è ancora attuata quella società nuova, più giusta e più a misura d’uomo, per la quale i partigiani hanno combattuto e sono morti. Non possiamo ancora deporre le armi». È un breve ma incisivo e lungimirante frammento de «La memoria più lunga», un’intervista di Vera Maone (fotografa e giornalista) a Vera Lombardi (Napoli 11 aprile 1904 – 26 ottobre 1995), pubblicata nel fascicolo ‘Ricordate quel 25 aprile?’, allegato a il manifesto nel 1995, anno in cui ricorreva il cinquantenario della Liberazione dal regime nazi-fascista. Dieci inserti per raccontare la lunga storia dimenticata della guerra e della Resistenza antifascista dal 1936 al 1945; un’iniziativa atta a tenere viva la memoria per le future generazioni. Detto ciò, appare evidente che la testimonianza/pensiero della Lombardi, simbolo attivo e coerente della Sinistra, risulti essere attuale, visti i tempi che stiamo vivendo, dove razzismo, fascismo, sovranismo imperversano nel nostro Paese e in Europa.

No alla TAV in Val di Susa, No all’arresto di Nicoletta Dosio

La Presidenza del Partito della Sinistra Europea esprime ferma riprovazione per l’arresto della compagna Nicoletta Dosio, storica esponente NOTAV della Valsusa in Italia, per aver partecipato a una manifestazione dimostrativa, pacifica contro la realizzazione della linea di alta velocità Torino -Lione nel lontano 2012.
Sono centinaia e centinaia le persone che nel corso degli anni sono state a vario titolo denunciate, arrestate, sottoposte a provvedimenti restrittivi per aver partecipato a momenti di protesta contro una tratta di AV inutile, costosissima oltre che ad altissimo impatto ambientale. Una strategia repressiva che ha superato ogni parvenza di liceità e cercato di trasformare una questione politica in un problema di ordine pubblico. Una strategia repressiva che ha trasformato il progetto di realizzazione di una mega opera, motivata da stime e previsioni di traffico infondate, in una impresa economica e militare di sottomissione violenta di un intero territorio.
Nel condividere le ragioni che nella giornata di oggi porteranno in piazza a Torino decine di migliaia di persone a protestare contro l’arresto di Nicoletta Dosio e di altri attivisti NOTAV, la Presidenza del Partito della Sinistra Europea si impegna a portare avanti in tutte le sedi un’azione volta alla rimessa in libertà di tutti i NOTAV ingiustamente arrestati. Si impegna altresì nel portare avanti un’azione a livello europeo di messa in discussione dell’intero progetto di AV Torino Lione a favore di un progetto di modernizzazione e velocizzazione della tratta ferroviaria già in essere tra Torino e Lione.

Per il Partito della Sinistra Europea
Heinz Bierbaum – Presidente
Paolo Ferrero – Vicepresidente

Facciamo come in Francia. Al lavoro per un’alternativa sociale e politica

Il documento approvato dalla direzione nazionale del partito domenica 19 gennaio:

La direzione nazionale del PRC esprime soddisfazione per il risultato del 2×1000 e il più sincero ringraziamento a tutte le cittadine e i cittadini che hanno confermato il proprio sostegno al nostro partito e alle compagne e i compagni che hanno lavorato anche nel 2019 per conseguirlo. Un dato che ci colloca nel numero dei sostenitori al di sopra di partiti che sono in parlamento e godono di ben altra visibilità. E’ un dato che ci incoraggia e ci impone di rilanciare la nostra iniziativa politica.
I drammatici eventi sul piano internazionale determinati dalle azioni terroristiche dell’amministrazione Trump ci impongono innanzitutto il massimo impegno nella mobilitazione contro la guerra e per la rinascita di un movimento per la pace e il disarmo.
L’ultimo rapporto Istat con il dato di 7,4 milioni di famiglie che hanno come principale fonte di reddito le pensioni di genitori e nonni conferma la necessità di rimettere al centro il conflitto di classe e di una piattaforma di svolta rispetto alle politiche neoliberiste che hanno impoverito la società e precarizzato il lavoro.

In Francia stanno scioperando anche per noi: sosteniamoli!


In Francia stanno scioperando anche per noi: sosteniamoli!

Pensioni: Rifondazione Comunista lancia campagna di solidarietà concreta con scioperanti francesi

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea lancia un appello alla solidarietà concreta con i lavoratori francesi.

Invitiamo a fare versamenti alla cassa di solidarietà della CGT: IBAN FR76 4255 9100 0008 0028 5960 774 con la causale “Solidarietà italiana con i lavoratori francesi”.

Invitiamo a far circolare questo messaggio di solidarietà in tutti i luoghi di lavoro e nelle reti sociali e che altre/i si attivino a sostegno di una lotta che sta restituendo dignità e fiducia nelle proprie forze alla classe lavoratrice di tutta Europa.

giovedì 2 gennaio 2020

Arrestata Nicoletta Dosio, professoressa coraggiosa che si era opposta ai lavori della TAV in Val di Susa

Arrestata Nicoletta Dosio, professoressa coraggiosa che si era opposta ai lavori della TAV in Val di Susa
Nel pomeriggio di oggi 30 dicembre 2019, era arrivata la notifica che sospendeva le misure alternative al carcere per Nicoletta Dosio. Con la notifica, perché venisse eseguito l’arresto, ogni momento era buono, di fatti i carabinieri non si sono fatti attendere; poche ore dopo sono andati a prelevare Nicoletta dalla sua abitazione.

La macchina dove si trovava Nicoletta era stata inizialmente bloccata da diversi cittadini di Bussoleno accorsi in strada alla spicciolata hanno tentato invano di opporsi coi loro stessi corpi al passaggio dell’auto dei carabinieri con Nicoletta a bordo.
La revoca delle misure cautelari con l’arresto di Nicoletta seguito a distanza di poche ore, è arrivato durante i giorni di festa,

Libertà per Nicoletta Dosio e tutti gli attivisti NoTav. Mobilitiamoci

Libertà per Nicoletta Dosio e tutti gli attivisti NoTav. Mobilitiamoci
Ingiustificabile la decisione di revocare la sospensione dell’ordine di carcerazione a Nicoletta che, ricordiamo, non ha chiesto nessuna misura alternativa al carcere.  La Procura Generale di Torino ancora una volta dà dimostrazione dell’ossessione repressiva contro il movimento NoTav.   
Nicoletta a 73 anni è stata condannata lo scorso novembre insieme ad altri 12 compagni per una manifestazione di protesta pacifica davanti a un casello autostradale del 2012. Una professoressa di greco e latino della Val di Susa è considerata talmente pericolosa da revocare la sospensione dell’esecuzione di una condanna già palesemente abnorme. Chi conosce Nicoletta, e siamo in tante/i, sa bene che affronta anche questa prova con serenità e determinazione. Ma non per questo possiamo accettare questo arresto insensato.

No alle bombe nucleari Usa In Italia! A quelle nuove e a quelle vecchie

No alle bombe nucleari Usa In Italia! A quelle nuove e a quelle vecchie
Le 50 bombe nucleari statunitensi stoccate nella base di Incirlik in Turchia dovrebbero essere trasferite ad Aviano nella omonima base aerea e immagazzinate insieme agli ordigni già presenti. Era una notizia già trapelata e rilanciata da Bloomberg che riporta dichiarazioni del generale in pensione Charles Chuck Wald che parla chiaramente di “urgente bisogno di ricollocazione”.

L’Italia è già il paese europeo con più armi nucleari americane e ben due basi. Con lo stoccaggio di quasi un centinaio di bombe nucleari la base aerea di Aviano (e con essa l’Italia) diventerebbe la prima in Europa per numero di ordigni nucleari custoditi. Una palese contraddizione rispetto all’articolo 11 della Costituzione recita “L’Italia ripudia la guerra” e la nostra adesione al trattato di non proliferazione nucleare (TPN).

Spontaneismo dei movimenti e direzione consapevole


Spontaneismo dei movimenti e direzione consapevole


di Alba Vastano *

Riflettori puntati sui nuovi movimenti e i loro leader. Generalmente sono giovani, a volte giovanissimi, talvolta adolescenti. Alcuni poco sorridenti, altri con il sorriso permanente. Tutti conquistano folle immense. Chi per la carica inusuale nell’affrontare i potenti della terra, altri perché sorridono e invitano alla gentilezza e alla pace affermando che violenza fisica e verbale devono essere equiparate (ndr, questa ce la devono spiegare meglio), chi difende l’ambiente con la rabbia fra i denti, chi ha il coraggio di contrastare il dl sicurezza salviniano e apre i porti, fregandosene dell’out di un reazionario, chi contrasta la violenza di genere. La loro intraprendenza merita sicuramente considerazione. La loro improvvisa notorietà e i messaggi che in breve diventano virali meritano un’analisi accurata.