giovedì 23 marzo 2017

Il punto sulla salute delle classi lavoratrici in Italia



Sanità, i quarant'anni di Medicina Democratica. Il punto sulla salute delle classi lavoratrici in Italia


Quarant’anni fa nasceva l’associazione Medicina Democratica, che, a differenza di Psichiatria Democratica e di Magistratura Democratica, precisa: “movimento di lotta per la salute”.


Questa precisazione ha un grande significato, in quanto i primi passi dell’associazione sono stati fatti a contatto con le realtà delle fabbriche che presentavano allora, anche più di oggi, livelli di nocività ambientale molto alti; infatti negli anni del dopoguerra, la divisione internazionale del lavoro aveva spostato le lavorazioni più nocive in Italia (raffinerie e derivati del petrolio, amianto, polivinili, ecc.); per alcune lavorazioni non spostabili si ricorreva a lavoratori immigrati (ad esempio nelle miniere di carbone belghe), lavoratori che poi ritornavano in Italia ammalati spesso con patologie alla cui origine era difficile risalire.

I paradisi delle multinazionali



I paradisi delle multinazionali

Tra i quindici paradisi fiscali societari più aggressivi al mondo ci sono 4 paesi europei. Anche perché l’Unione Europea ha scelto di contrastare solo i paradisi fiscali all’esterno dei suoi confini

In Europa la concomitanza dell’abolizione delle frontiere per le imprese, l’istituzione della moneta unica e lo sviluppo di ingegnerie finanziarie in grado di sfruttare al meglio le tecnologie informatiche stanno favorendo da diversi tempo l’erosione della base imponibile delle grandi imprese nei paesi ad ‘alta’ pressione tributaria, non solo verso i classici paradisi fiscali come Montecarlo e la Svizzera ma soprattutto presso paesi ‘insospettabili’, membri dell’Unione e della moneta unica.

Si prepara l'addio alla sanità pubblica



Sanità privata, i ticket spianano il terreno. Si prepara l'addio alla sanità pubblica. La denuncia di Cittadinanzattiva

L’esame delle urine nel privato costa circa 2,17€, mentre nel pubblico arriva a 16,17€ per effetto del superticket; l’emocromo in privato costa circa 9,89€, nel pubblico 20,89€ a causa del superticket. È l’effetto prodotto dal “Super Ticket” ovvero di un surplus di 10 euro sulla ricetta introdotto come provvedimento provvisorio nel 2011 e poi diventato strumento definitivo per fare cassa.
Da anni chiediamo di abrogare il super ticket, denuncia Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato Cittadinanzattiva. Il combinato tra liste di attesa e caro ticket fa sì che, per una serie di prestazioni, in particolare quelle a più basso costo, il Servizio Sanitario Nazionale non sia più la prima scelta per i cittadini, commenta Tonino Aceti.
Siamo disponibili a ragionare con tutte le istituzioni che su questo vogliono agire concretamente e chiediamo di essere coinvolti da subito in questo percorso. Occorre abolire subito il superticket e i ticket aggiuntivi regionali dove ancora presenti.

Ecologia. I diritti negati alla Terra e a chi verrà dopo



Ecologia. I diritti negati alla Terra e a chi verrà dopo

LE GENERAZIONI future hanno fatto il loro ingresso nel dibattito pubblico. Ciò, perché la condizione dei viventi è oggi inedita. La Terra (intesa come ambiente fisico e sociale), per millenni, si è pacificamente considerata la base di perpetua riproducibilità nel tempo della vita degli esseri umani, quali che fossero le offese che i suoi figli potevano infliggerle. Oggi non è più così.
Le odierne capacità distruttive, di gran lunga superiori alle capacità rigenerative delle risorse della natura fisica e dei legami sociali, fanno dubitare circa la sensatezza della formula di Thomas Jefferson al tempo della Rivoluzione americana: «La terra appartiene ai viventi». Era, in origine, una formula polemica verso un passato opprimente, che esprimeva l’ansia di liberazione da un peso, per permettere l’espansione della creatività della generazione attuale.

L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato. Fuori i profitti dall’acqua



22 Marzo 2017 – Crisi del sistema idrico italiano: l’unica soluzione è una gestione pubblica, partecipativa ed eco-compatibile dell’acqua

L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato. Fuori i profitti dall’acqua

Istituita nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata Mondiale dell’Acqua dovrebbe costituire un importante occasione di riflessione a livello nazionale e internazionale. Purtroppo, sempre più spesso, tale riflessione viene piegata agli interessi delle grandi lobby economico-finanziarie che perseverano nella strategia volta alla definitiva mercificazione del bene acqua.

Per queste ragioni, come movimento per l’acqua, ci sembra opportuno prendere parola provando ad individuare gli elementi critici e i nodi da sciogliere per giungere finalmente ad una reale tutela di questo bene e ad una sua gestione pubblica e partecipativa.
A distanza di quasi sei anni dai referendum del 2011 appare evidente come l’esito sia stato prima disconosciuto, poi disatteso e infine sia stata messa in campo, da parte di tutti i Governi che si sono succeduti alla guida del paese, compreso l’attuale, una strategia volta a rilanciare i processi di privatizzazione del servizio idrico e degli altri servizi pubblici locali, oltre a reinserire, tramite il nuovo metodo tariffario elaborato dell’AEEGSI, la voce che garantisce il profitto ai gestori.

Giornata mondiale per il diritto all’acqua: chiediamo pieno rispetto referendum



Giornata mondiale per il diritto all’acqua: chiediamo pieno rispetto referendum

Pubblicato il 22 mar 2017
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, e Rosa Rinaldi, responsabile Ambiente di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, dichiarano:
«Oggi si celebra la 26^ Giornata mondiale dell’acqua, un bene comune che purtroppo ancora non è tutelato e garantito come tale. Chiediamo che nel nostro Paese venga rispettato pienamente ed applicato in modo definitivo e completo l’esito del grande referendum del 2011 e cioè che la gestione dell’acqua sia pubblica. E che l’acqua non sia una merce in balia delle multinazionali deve essere un principio in ogni parte del pianeta, così come il fatto che il risparmio e un consumo ecosostenibile debbano essere incentivati per garantire l’acqua potabile a chi non ne ha accesso».
22 marzo 2017

"Democrazia e libertà, diritti e uguaglianza": così si rifonda l'Europa secondo la Fondazione Finanza Etica



"Democrazia e libertà, diritti e uguaglianza": così si rifonda l'Europa secondo la Fondazione Finanza Etica

 Per salvare l’Europa bisogna cambiarla. Per cambiare l’Europa è fondamentale abbandonare le politiche di austerità, fondare l’Unione sulla democrazia e su istituzioni democratiche che siano vere espressione della volontà popolare, sulla garanzia dei diritti fondamentali e non sulle barriere e sul filo spinato. Per salvare gli ideali europei bisogna “ripartire su binari radicalmente differenti, dove al dominio di finanza e mercati e di una competitività esasperata si sostituisca la visione di un’Europa unita, democratica, solidale”. Un’Europa che abbracci la finanza etica: questa la proposta della Fondazione Finanza Etica (gruppo Banca Etica) che ha aderito alla coalizione “La Nostra Europa” e propone appunto “una finanza etica per una nuova Europa”.

La logica europea dell’esternalizzazione



La logica di esternalizzazione come pilastro della politica d’immigrazione, oltre ad avere un grave impatto sulla vita di migliaia di persone, pone il tema della difficoltà della tracciabilità dei fondi e dell’opacità delle negoziazioni

Il coinvolgimento sempre più intenso dei Paesi di origine e di transito nel controllo dei flussi migratori verso l’Unione è ormai diventato il perno della dimensione esterna delle politiche di immigrazione e asilo, perseguito sia dall’Unione Europea sia dall’Italia, autonomamente e nel contesto europeo. L’intensificazione di questa dimensione è dimostrata dagli ingenti fondi che si è deciso di stanziare, corredando dunque gli impegni politici con precise strategie progettuali e di investimento.

Acqua, ambiente e guerre del futuro. C'è poco da festeggiare..



Acqua, ambiente e guerre del futuro. C'è poco da festeggiare...

 Quasi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile. E nel 2030 la domanda d’acqua aumenterà del 50%. I due dati bastano a fotografare l’importanza delle risorse idriche e il senso della Giornata dell’Acqua di oggi 22 marzo.

ll World Water Council ha ricordato che è ben il 12,5% della popolazione mondiale a mancare di questa sostanza vitale: 319 milioni di abitanti dell’Africa Sub-Sahariana (il 32% della popolazione), 554 milioni di asiatici (il 12,5% della popolazione), e 50 milioni di sudamericani.