giovedì 23 ottobre 2014

"Contro il Jobs Act e l'austerity : lo sciopero Usb del 24 ottobre!"

Sciopero generale il 24. La piattaforma stavolta sembra decisamente "politica", e rivolta non solo contro il governo italiano. Cosa è cambiato?

Veramente USB dal 2010, anno della sua costituzione, ha sempre attribuito le responsabilità politiche della crisi soprattutto alle istituzioni e ai grandi gruppi di potere europei ed internazionali, più che alla politica italiana. Certo, poi ci sono i governi nazionali e quelli che si sono succeduti dal 2007 in poi ce l'hanno messa tutta per far contenti Unione Europea, BCE e Fondo Monetario Internazionale.

Oggi forse le cose sono un po' più chiare a tutti ed è più facile spiegare ai lavoratori ed alla gente comune che sarebbe inutile puntare il dito soltanto sul governo Renzi se non si attaccano le politiche internazionali, a cominciare da quelle europee.

La sovranità nazionale nell'ambito legislativo - e nello specifico in quello del lavoro, delle politiche economiche e sociali - è ridotta quasi a zero e se si vuole invertire la tendenza è indispensabile mettere sotto accusa le politiche dell'Unione europea e quelle di chi, come Renzi, le applica in Italia. Quindi si, questo sciopero generale, nelle sue motivazioni assume oggi un valore che va oltre i confini nazionali. Anche la Cgil "medita" uno sciopero, ma forse a novembre. Intanto anche la Fiom ha cominciato a contestare Renzi quando si presenta in fabbrica e minaccia addirittura l'occupazione delle fabbriche. Quanto è credibile questo "indurimento" del vecchio sindacato italiano? Non rischia comunque di arrivare a giochi fatti?

Precisazioni di Paolo Ferrero su "Appello Sinistra e Lavoro"



Ieri è uscito sul manifesto l'appello Sinistra Lavoro firmato da 250 persone di cui larga parte della componente “essere comunisti” di Rifondazione Comunista. Vista la confusione che ha creato in giro il segretario del Prc Paolo Ferrero ha diffuso la seguente nota:

1) Questo appello non rappresenta in alcun modo la posizione di Rifondazione Comunista. In questo appello infatti si parla di unire la sinistra senza precisare che rapporto dovrebbe avere questa sinistra con il PD. Non chiarire il rapporto con il PD significa lasciare la porta aperta ad un futuro accordo con il PD, ovvero pensare di costruire una sinistra che non si costituisca come polo politico autonomo ma come ala sinistra del centro sinistra.

2) Rifondazione Comunsita ritiene – lo abbiamo deciso a larga maggioranza al Congresso – che la sinistra si debba unire in forme democratiche e partecipate, evitando un puro assemblaggio di gruppi dirigenti, su un progetto politico strategicamente autonomo ed alternativo al centro sinistra. L'autonomia e l'alternatività al progetto politico del PD, così come il carattere democratico e partecipato del processo di costruzione della sinistra, non sono un fatto tattico ma un punto dirimente: il PD è liberista e noi combattiamo il liberismo, siamo cioè sull'altro lato della barricata. Inoltre al al populismo fascistoide dell'uomo della provvidenza noi contrapponiamo la faticosa costruzione di una soggettività di massa, di un popolo pensante, unico antidoto alla distruzione della democrazia.

Ovadia: sostenere Giuliano soltanto se lascia questo Pd




Pubblicato il 21 ott 2014Pubblichiamo questa bella intervista rilasciata il 21 ottobre 2014 da Moni Ovadia a Elisabetta Soglio sul Corriere della Sera – edizione Milano:


Parte dal tema nazionale e incita: «Dobbiamo costruire un unico soggetto di sinistra, senza dividerci in beghe di cortile e questioni di lana caprina, perché il momento per il Paese è drammatico». Poi, guarda a Milano: «Per quello che ho visto in questi anni dal mio osservatorio, non ho notato questa grande spinta della giunta Pisapia. La promessa si è molto ripiegata su se stessa e molti di quegli elettori ora sono delusi». Moni Ovadia, candidato alle scorse europee con a Lista Tsipras , continua però a pensare che «esiste ancora un popolo di sinistra che chiede una rappresentanza non da prefisso telefonico. E quindi bisogna creare un’unica forza che raccolga tutta la sinistra che c’è oltre ai socialisti e alla socialdemocrazia».

Scusi Ovadia, ma quella non avrebbe dovuto essere già l’idea della Lista Tsipras dalle europee?
«Sì, ma dopo il voto è ripartita la melina e io non sono più disposto ad accettarla. Le prossime elezioni politiche saranno per noi l’ultima occasione. Abbiamo un compito cruciale perché da una parte c’è questo gran carrozzone del Pd e dall’altro Berlusconi con le sue alleanze ondivaghe. Di fronte al governo di Renzi e di Alfano, l’opposizione passa all’area che ha una forte componente populista e che vedremo in piazza il 25 ottobre: dobbiamo parlare ai ceti deboli, agli anziani, ai giovani disoccupati, ai 400 mila che non hanno rinnovato la tessera del Pd, a chi non si riconosce più in questo centrosinistra annacquato».

giovedì 16 ottobre 2014

Perché il mondo sta ignorando la rivoluzione dei Curdi in Siria?

Nel 1937, mio padre si arruolò volontario per combattere nelle Brigate Internazionali in difesa della Repubblica Spagnola. Quello che sarebbe stato un colpo di Stato fascista era stato temporaneamente fermato da un sollevamento dei lavoratori, condotto da anarchici e socialisti, e nella maggior parte della Spagna ne seguì una genuina rivoluzione sociale, portando intere città sotto il controllo di sistemi di democrazia diretta, le fabbriche sotto la gestione operaia e le donne ad assumere sempre più potere.

I rivoluzionari spagnoli speravano di creare la visione di una società libera cui il mondo intero avrebbe potuto ispirarsi. Invece, i poteri mondiali dichiararono una politica di “non intervento” e mantennero un rigoroso embargo nei confronti della repubblica, persino dopo che Hitler e Mussolini, apparenti sostenitori di tale politica di “non intervento”, iniziarono a fare affluire truppe e armi per rinforzare la fazione fascista. Il risultato fu quello di anni di guerra civile terminati con la soppressione della rivoluzione e quello che fu uno dei più sanguinosi massacri del secolo.

Prenotazioni per manifestazione CGIL del 25 a Roma



Federazione Provinciale Milano
Carissimi compagni/e,

Sabato 25 ottobre si svolgerà a Roma la manifestazione nazionale contro le politiche del governo Renzi indetta dalla CGIL. Un passaggio importante insieme alle altre mobilitazioni, per costruire un terreno avanzato di opposizione sociale e politica (vi alleghiamo nota nazionale PRC). La nostra Federazione è impegnata a consentire la più ampia partecipazione alla manifestazione a Roma del 25 dove saremo presenti con le nostre bandiere e lo striscione milanese.

Per i trasporti concentreremo la partecipazione nei pullman insieme alla FIOM con il costo del biglietto a 30 euro con partenze da Molino Dorino  e Famagosta
Partenza ore 23.00
Rientro da Roma ore 15  arrivo a Milano ore 23 circa

  
Invitiamo i circoli a stanziare anche piccole somme economiche a favore dei compagni che parteciperanno così da consentire la più ampia partecipazione.

Le prenotazioni vanno effettuate con urgenza a laura@rifondazionemilano.org o cell 366.6322519 provvederemo centralmente a segnalare all’organizzazione FIOM.
La Segreteria Provinciale PRC

Manifestazione "Milano meticcia, Antirazzista e Antifascista"



Federazione Provinciale Milano
Carissimi compagni/e,
La Lega, il cui segretario ambisce alla poltrona di Sindaco della Città di Milano, che apre le sue file a forze neofasciste, cerca di lucrare nuove fortune elettorali sulle paure di sempre. Il programma razzista di sempre. Milano si è liberata dal governo ventennale della Lega e della destra, cercando di dare risposte a una città che è cambiata, dove convivono molte diverse nazionalità e dove si è affacciata una nuova generazione di ragazzi e ragazze, fatta di molti colori e di molti mondi. Milano è una città meticcia.
Per questo Rifondazione Comunista aderisce e parteciperà alla manifestazione (Milano 18 ottobre ore 15.00 L.go Cairoli) “Milano meticcia, Antirazzista e Antifascista”, perché se c’è chi fa del razzismo la sua politica, c’è anche chi fa della bandiera dei diritti e dell’antifascismo la base della libertà per tutti e tutte.
Invitiamo tutti i compagni/e, ad essere presenti dietro lo striscione della Federazione con le nostre bandiere
RITOVO ORE 14.45 ( largo Cairoli  direzione Cadorna lato edicola/teatro Dal Verme)
La Segreteria Provinciale del PRC

Legge di stabilità: per Squinzi è un sogno realizzato, per i lavoratori sarà un altro incubo



Se qualcuno pensava che un barlume di buon senso avesse scosso il governo Renzi che dichiara una Legge di Stabilità con meno tasse e addirittura l'impiego di risorse per rilanciare l'economia e l'occupazione, è bene che si svegli dal sogno e guardi in faccia la realtà.

L'unico che dichiara la sua “piena soddisfazione” è il presidente della Confindustria Squinzi, che aggiunge che le misure del governo “vanno esattamente nella direzione da noi auspicata in tanti anni” e che spiega e sintetizza il senso di ciò che hanno realizzato il trio Renzi/Padoan/Poletti:”Ieri quando il presidente del Consiglio ha presentato le misure, onestamente, ho sentito che si realizzava quasi un sogno: sono anni che chiediamo l'eliminazione della componente lavoro dall'Irap. Si va nella direzione auspicata in tanti anni. Anche l'azzeramento dei contributi sui neoassunti per tre anni è un provvedimento molto positivo”.
Quindi per creare lavoro si abbassa il suo costo attraverso la riduzione dell'IRAP ( che sino ad ora finanziava il Fondo Sanitario) e la decontribuzione per i primi tre anni?
No, assolutamente no! Ed è lo stesso Squinzi che lo dice rispondendo alla domanda se queste misure produrranno lavoro : “....è difficile da dirsi, perché le assunzioni si fanno quando c'è una richiesta del mercato che in questo momento è molto depresso”.

martedì 7 ottobre 2014

Piergiovanni Alleva: Articolo 18, attenti alle false mediazioni



Nel con­flitto, sem­pre più aspro, sull’abolizione dell’art. 18 ossia del rein­te­gro nel posto di lavoro in caso di ille­git­ti­mità dei licen­zia­menti, sta arri­vando l’ora di più o meno occulti ten­ta­tivi di media­zione, che vedono pro­ta­go­ni­sti, dalla parte dei “buoni”, soprat­tutto gli espo­nenti della “sini­stra” del par­tito democratico.

Ciò che ci pro­po­niamo con que­sto e con even­tual­mente suc­ces­sivi inter­venti  è di spie­gare la sostanza vera delle pro­po­ste di media­zione che ven­gono affac­ciate, il loro carat­tere quasi sem­pre ingan­ne­vole ed illu­so­rio e gli errori giu­ri­dici mador­nali (soprat­tutto vizi di inco­sti­tu­zio­na­lità) che spesso in essi si anni­dano, ma anche di indi­care pos­si­bili per­corsi alter­na­tivi e positivi.

1) Una prima pro­po­sta di media­zione, a cui sono sem­brati, in prin­ci­pio, favo­re­voli uomini poli­tici come Chiam­pa­rino e Cuperlo è quella di lasciare l’art. 18, ossia il rein­te­gro, in caso di licen­zia­menti nulli, per­ché adot­tati per motivi discri­mi­na­tori e, invece, di sosti­tuirlo con un risar­ci­mento nel caso di licen­zia­menti disci­pli­nari e per motivo ogget­tivo (ovvero economico-produttivo).
Affer­miamo che si tratta della clas­sica «falsa media­zione», per­ché la nul­lità del licen­zia­mento discri­mi­na­to­rio è nella costi­tu­zione e nella legi­sla­zione euro­pea e un licen­zia­mento nullo non può risol­vere un rap­porto di lavoro.

mercoledì 1 ottobre 2014

DOCUMENTO APPROVATO DALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PRC. 19 SETTEMBRE 2014



Costruire l’opposizione al governo Renzi, unire la sinistra, rilanciare il PRC

 Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi assistiamo ad una più sempre preoccupante escalation a livello globale. E’ il segno di come la crisi economica porti con sè una profonda ridefinizione dei rapporti geopolitici a livello internazionale, con una crisi dell’egemonia del blocco imperialista occidentale e l’ascesa delle nuove potenze che, con il recente incontro dei Brics, hanno definito un livello ulteriore di integrazione politico economica.

CONTRO IL GOVERNO CHE DIFENDE GLI INTERESSI DI IMPRESE E FINANZA



Questo governo è ormai chiaramente il rappresentante politico degli interessi e i profitti delle imprese e della finanza contro i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori e dei cittadini.

Tutela dei profitti privati in cambio di più povertà e meno diritti per tutti
 Il primo atto del governo Renzi sul lavoro è stato il decreto che generalizza la precarietà. Quel decreto prevede che ogni impresa possa assumere a termine per tre anni, anche con più contratti dalla durata brevssima, senza “causale” cioè senza dover giustificare perché il contratto è a termine e non a tempo indeterminato. Al termine dei 3 anni ad ogni impresa sarà sufficiente non rinnovare il contratto, assumere un’altra persona e ricominciare il giro! Tutti precari per sempre.

IL JOBSACT E' LA PUNTA DI DIAMANTE DEL REGIME CHE STANNO PREPARANDO



Un regime che non è il fascismo del secolo scorso, ma è un sistema autoritario che nega la sostanza sociale della nostra Costituzione e riduce la democrazia ad una parvenza formale, fondata sul plebiscitarismo mediatico e sull'assenza di diritti veri

 Il governo Renzi concede alle imprese libertà di spionaggio sui dipendenti, con telecamere e quant'altro. E questa violazione elementare dei diritti della persona viene da quegli stessi politici che si indignano di fronte a intercettazioni telefoniche della magistratura che tocchino loro o le loro amicizie. Con il demansionamento si afferma la licenza di degradare il lavoratore dopo una vita di fatiche per migliorarsi. E questo lo sostengono coloro che ogni secondo sproloquiano sulla necessità di premiare il merito. Con la riforma degli ammortizzatori sociali si tagliano la cassa integrazione e l'indennità di disoccupazione e per il futuro le si dimensiona in rapporto alla anzianità di lavoro effettivo. Cioè i giovani e le donne prenderanno meno degli anziani maschi. E questo in nome di un modello sociale scandinavo sbandierato dagli estensori del jobsact per ignoranza o per pura menzogna.