Pensioni, toni
sfumati e tanta cautela. Il più netto è Landini: “Non vorrei che si arrivasse
alle pensioni a tutele progressive”
Toni sfumati e tanta
cautela da parte dei sindacati sulla proposta previdenziale del Governo, che
pur di non cambiare la legge Fornero si sta intentando uno strumento, l'Ape,
tanto cervellotico quanto penalizzante a carico dei lavoratori. Il segretario
della Fiom, Maurizio Landini, ha usato le parole più esplicite ribadendo
il proprio no alla proposta avanzata dal Governo sulla flessibilita' per
le pensioni.
"Siccome si
sono inventati il contratto a tutele progressive, che in realta'
di progressivo non ha nulla ne' di tutela, io non vorrei si fossero inventati
le pensioni a tutele progressive", contesta Landini a margine di un
evento a Bologna per i 115 anni della Fiom.
"Quando un'azienda
fa le assunzioni il lavoro non ha tutele e gli diamo soldi nostri, se una
persona che lavora dopo quarant'anni, avendo pagato i contributi,
addirittura deve essere lui che va in prestito. Questa cosa non ha
senso", ribadisce Landini.
"Non e' utile che un tema come questo venga trattato con espedienti
di questo genere - conclude- la riforma Fornero va modificata strutturalmente
e bisogna cambiare il sistema puramente contributivo, introducendo un
sistema pensionistico con elementi di solidarieta' al suo interno e
garanzie minime per tutti".
Posizione molto meno frontale, invece, da parte di Susanna Camusso, leader della
Cgil. "Quella del prestito pensionistico non e' una idea originale,
ne avevamo gia' sentito parlare. Avevamo chiesto una modifica strutturale
della legge Monti-Fornero che e' fatta di molti aspetti e su molti non
abbiamo ancora risposte, quindi non siamo in grado di dare valutazioni.
Anche la
proposta del prestito ha senso se e' una scelta previdenziale che
permetta ai lavoratori di ragionare sulla loro pensione in ragione
della qualita' del lavoro e della faticosita' del lavoro che hanno.
Mi pare che ci sia ancora molto lavoro da fare".
Per il segretario della Cisl Anna Maria Furlan la proposta in linea di massima
va bene ma solo se si fa più reale l’allegerimento della restituzione del
prestito attraverso le detrazioni fiscali.
Infine, il segretario del
Prc, Paolo Ferrero. “La misura del governo è una bugia, perché si
configura come un taglio sulle pensioni e al contrario di quello che dice
Renzi, come una penalizzazione per i lavoratori e un favore a banche e
assicurazioni”. (qui
l'intervista a Ferrero)