domenica 22 marzo 2015

FIOM-CGIL Calabria e "Coalizione Sociale"



Mercoledì 18 marzo si è svolto promosso dalla Fiom-Cgil della Calabria un partecipato incontro per dare avvio anche nella nostra regione al percorso di costruzione della “coalizione sociale”.

Associazioni di volontariato, sociali, culturali, produttive, ambientaliste, singole personalità, hanno condiviso l’idea di un percorso comune che metta al centro e provi ad affrontare i grandi temi a partire dalla crisi della rappresentanza, politica, istituzionale e sociale, e invitato altri soggetti sociali a voler condividere il percorso avviato.

La via maestra condivisa condivisa è stata individuata in una visione nuova del lavoro, della cittadinanza, dei diritti, del welfare e della società.
Tutti i partecipanti hanno riconosciuto l’importanza politica dell’iniziativa per ridare voce agli ultimi, provare a ricomporre le lotte nei luoghi di lavoro e nel territorio della nostra regione in cui è messa in discussione perfino l’idea che la democrazia, la legalità ed i diritti siano gli strumenti per garantire la convivenza civile .
Saper coniugare le iniziative nella nostra regione con gli scenari internazionali e nazionale, è l’altro tema affrontato e sul quale si intende agire.
A partire dall’elaborazione e della riconquista di un nuovo Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici, cosi come sui temi della legalità e del contrasto alla ndrangheta, della giustizia sociale, del diritto al reddito a partire da un reddito minimo per tutti, per il lavoro, per la tutela della salute, dell’istruzione, della salvaguardia ambientale e valorizzazione delle risorse territoriali, si è convenuto di condividere elaborazioni, riflessioni per una “coalizione sociale” capace di imporsi sulla scena e coinvolgere sempre più soggetti, a partire dai giovani, sfiduciati e senza speranza.
Infine tutti hanno assicurato il massimo sforzo per la piena riuscita della manifestazione nazionale di sabato 28 marzo promossa dalla Fiom-Cgil a Roma.
Fiom-Cgil Calabria

Delegati CGIL e "Coalizione Sociale



In questi giorni è partito il progetto di “coalizione sociale”, di cui la Fiom insieme a gran parte dell’associazionismo del nostro Paese è parte attiva.

L’obbiettivo dell’iniziativa è quello di riuscire a mettere insieme tutte quelle realtà che quotidianamente portano avanti, nei propri campi di appartenenza, battaglie che sono di interesse generale, mettendo al centro della propria azione valori come la solidarietà.

Creare una rete che possa intervenire per garantire a chi oggi è vittima della crisi tutto ciò di cui ha bisogno. Riscoprire il volontariato l'impegno sociale e la pratica del mutuo soccorso, che può dare le risposte, anche materiali, a chi oggi si sente abbandonato.
Ma per capire bene cosa ci spinge, come delegati della Cgil, ad accettare questa nuova sfida tanto ardua bisogna analizzare anche dal nostro punto di vista, quello sindacale, cosa accade nei luoghi di lavoro oggi.
Il sindacato, sopratutto la Cgil, ha bisogno di fare una profonda riflessione e capire bene cosa porta oggi migliaia di lavoratori, sopratutto precari, a pensare di poterne fare a meno.

Lettera di Maurizio Landini alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici



Care lavoratrici e cari lavoratori metalmeccanici, sabato 28 marzo ci ritroveremo a Roma per la dignità e la libertà del lavoro.

Nei mesi scorsi, insieme, ci siamo battuti contro il Jobs Act del governo che non crea nuovo lavoro né affronta il dramma della precarietà e della disoccupazione giovanile.

Insieme abbiamo proposto delle alternative e presentato le nostre idee frutto di tante assemblee e discussioni con voi. Ma il governo non ha voluto ascoltarci, ha messo in pratica le indicazioni di Confindustria, imboccato la strada della riduzione dei diritti, sposato le ricette di chi pensa che licenziando si crei nuova occupazione. Abusando della democrazia, il governo, a colpi di fiducia, ha ridotto il Parlamento a mero esecutore della sua volontà.
La nostra lotta però non è finita con il varo del Jobs Act. Come promesso durante lo sciopero generale del 12 dicembre di Cgil e Uil, continueremo a spendere le nostre idee e le nostre energie per difendere il lavoro e i suoi diritti, cambiare il paese e renderlo più giusto.

giovedì 19 marzo 2015

"ATTENTI I COCOCO NON SPARIRANNO" di G.P. Alleva



Presa visione dei decreti attuativi della delega sul mercato del lavoro (il cosiddetto Jobs Act), e dei
loro pessimi contenuti (superamento dell’articolo 18; decurtazione degli ammortizzatori sociali) ci
preme trattare subito del terzo decreto cioè di quello sulle tipologie contrattuali, ampiamente propagandato e incentrato sulla asserita abolizione delle collaborazioni coordinate continuative.
Invero, sulla assoluta negatività degli altri decreti, in tema di licenziamenti e flexsecurity, nessuno
può aver dubbi, mentre è necessario sfatare immediatamente l’idea che il governo Renzi abbia bensì “rottamato” l’articolo 18 ma, in compenso, abbia anche effettivamente abolito quella tipologia di lavori precari.

La verità è del tutto diversa perchè dal decreto sulle tipologie contrattuali può, invece, derivare un
rilancio massiccio e “selvaggio” delle collaborazioni coordinate e continuative nella loro forma più
pericolosa quella “senza progetto” (co .co .co.) che la legge Biagi aveva in qualche modo contenuto e marginalizzato. Oppure, può derivarne una vera alluvione di false partite Iva, con grave danno, oltre che dei lavoratori, degli istituti previdenziali.

Grecia, per Tsipras "non si torna all'austerità. Ha Fallito"

La Grecia non accetterà alcun ritorno all'austerità.

Il primo ministro Alexis Tsipras in una intervista al quotidiano Ethnos tiene le posizioni. In vista del vertice del 19 e 20 marzo, si dice convinto che sia necessario trovare un accordo con i partner internazionali per la sostenibilità del debito. "La chiave per un compromesso onorevole (con i creditori Ue/Fmi) – sottolinea - è riconoscere che la politica precedente di estrema austerità ha fallito, non solo in Grecia, ma in tutta Europa”.
Anche se ad Atene è stata concessa una proroga di quattro mesi degli aiuti internazionali il Paese ccusa problemi di liquidità.E per ottenere l'aiuto restante a Tsipras l’unica soluzione offerta è quella di un nuovo pacchetto di riforme. Intanto, sul fronte dei debiti con l’Fmi, dopo che ha già rimborsato le due trance in scadenza da 310 e 340 milioni di euro, il 20 marzo è pronta a dare indietro la terza rata da 350 milioni di euro.
Tuttavia, "qualunque ostacolo incontreremo nel nostro sforzo negoziale, non torneremo alle politiche di austerità", ha sottolineato il primo ministro per il quale le politiche di salvataggio degli ultimi cinque anni hanno portato a una recessione senza precedenti, al record di disoccupazione record e una crisi umanitaria. Alla domanda se il governo abbia un piano alternativo in caso di fallimento del nuovo round di trattative con la Troika, Tsipras si è detto ottimista. "Non credo che avremo bisogno di applicare piani alternativi perché la questione sarà risolta a livello politico nel corso del vertice". Quanto al possibile compromesso, suggerito venerdì dal ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis secondo cui il governo sarebbe pronto a ritardare alcune delle misure anti-austerità promesse nel tentativo di ottenere il sostegno dell'Ue, Tsipras ha detto: "Questo programma ha una durata di quattro anni e sarà attuato completamente".

Nel pubblico reso operativo l'accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014


Cgil, Cisl e Uil firmano accordo con Inps sulla rilevazione della rappresentanza. Le critiche di Usb: "Incostituzionale"
E' stata firmata ieri a Roma, presso la sede nazionale dell'Inps, la convenzione per rendere operativo l'accordo sulla rappresentatività. A firmare i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, insieme al presidente dell'Inps, Tito Boeri, e al direttore generale di Confindustria Marcella Panucci. La firma serve ad attuare l’accordo del 10 gennaio 2014. La convenzione, ha spiegato l'Inps, è necessaria per dare attuazione alla prima parte del testo unico sulla rappresentanza, siglato dalle parti sociali proprio a inizio 2014. Si tratta della normativa che permette di arrivare ad una misurazione obiettiva della rappresentatività dei sindacati, soprattutto ai fini della contrattazione collettiva e della firma dei contratti nazionali di lavoro. “La misurazione della rappresentanza viene estesa a gran parte del mondo del lavoro", ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dopo la firma. "Per completare l'opera - ha aggiunto - sarà bene costruire analoghi sistemi di misurazione della rappresentanza delle associazioni datoriali. Sicuramente, con il passaggio di oggi, applichiamo una parte dell'articolo 39 della Costituzione". Adesso "ne manca un pezzo che le parti da sole non possono risolvere", ovvero rendere vincolante ed efficace "erga omnes" il contenuto dell'accordo.
Critiche alla firma sono arrivate da Paolo Leonardi, portavoce nazionale di Usb. “Così oggi si pone un ente pubblico – dichiara Leonardi - a servizio di un accordo che presenta ampi profili di incostituzionalità, che è soggetto all’attenzione della Magistratura e che segna uno dei punti più bassi della democrazia sindacale nel nostro Paese”.
Aggiunge Leonardi: “I risultati delle recenti elezioni nel pubblico impiego, dove l’USB, che da sempre contesta con determinazione il Testo Unico, ha ottenuto risultati di tutto rilievo diventando proprio all’INPS il secondo sindacato a livello nazionale scavalcando UIL e CGIL, confermano che quando ci si confronta democraticamente e senza rendite di posizione, il sindacalismo conflittuale e di classe è capace di superare i sindacati collaborazionisti. Tutto questo deve aver preoccupato Camusso, Furlan, Barbagallo e Squinzi, che si sono affrettati a chiedere a Renzi di metterli al riparo almeno nel settore privato”.
Usb continuerà la battaglia contro l’accordo del 10 gennaio 2014, sia sul piano giudiziario che con le lotte, e se l’INPS accetterà di calcolare gli iscritti alle sole organizzazioni firmatarie dell’accordo “sarà chiamato anch’esso in giudizio. Una discriminazione di tal fatta non la accettiamo oggi dall’INPS né l’accetteremo domani dal CNEL”, conclude il dirigente USB.

Cgil/Fiom, tregua armata ma la contraddizione non è sanabile



Maurizio Landini rilancia sulla coalizione sociale, chiedendo alla Cgil di attivarsi al suo fianco.

Susanna Camusso rispedisce al mittente e ribadisce le ragioni del dissenso. “II problema non è fondare una cosa e chiamarla partito oppure no. "Si può chiamare movimento, associazione delle associazioni, si può chiamare anche birillo. Ma se si basa su un programma politico generale, e si va oltre la rappresentanza del mondo del lavoro, diventa oggettivamente una formazione di ordine politico.

E questo, come Maurizio lo sa, non fa bene al sindacato e quindi nemmeno ai lavoratori”. Le parole usate dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso nella intervista di Lorenzo Salvia  pubblicata oggi sul Corriere della Sera, lasciano pochi dubbi.

“Intendiamoci: il sindacato è per forza di cose anche un soggetto politico - aggiunge Camusso -. Ma fa politica sul lavoro e partendo dagli strumenti che gli sono propri, come la contrattazione. Rappresenta i lavoratori, insomma, non i cittadin in senso lato: e la sua forza sta proprio in questa parzialità". Secondo la leader della Cgil, “viviamo una stagione in cui c'è una straordinaria deficienza della politica rispetto ai temi del lavoro. Ed è chiaro, quindi, che su questi ci sia bisogno di organizzare una domanda alla politica. Ma proprio perché la politica non risponde, il sindacato deve guardarsi dall'idea di sostituirla».

la Coalizione Sociale e la Coabitazione Sindacale



Stando alle loro ultime  note ufficiali, tra le  due segreterie Cgil e FIOM, non ci dovrebbero essere disaccordi di fondo.

 Entrambe sostengono la linea uscita dall’ultimo direttivo nazionale della confederazione, la ricerca dell’unità con Cisl e Uil e una politica di alleanze sociali e politiche per contrastare il Jobact.

 La segreteria della FIOM rivendica con toni persino polemici il suo accordo con tutte le scelte della confederazione. E in effetti dalla conclusione del congresso nazionale del maggio scorso non c’è un solo atto importante della Cgil che non sia stato votato assieme da Camusso e Landini.
Che per altro avevano iniziato il congresso con un documento comune pomposamente dichiarato come unitario, in quanto la nostra piccola opposizione non veniva neppure presa in considerazione. Poi con l’accordo del 10 gennaio 2014 tra Cgil Cisl Uil e Confindustria si determinava un’aspra rottura. Il segretario della Fiom accusava, a ragione,  la Cgil di aver sottoscritto il sistema di relazioni sindacali voluto da Marchionne. Un sistema di diritti e rappresentanza concesso solo ai firmatari dell’accordo, dunque in pieno contrasto con la sentenza della Corte Costituzionale che aveva riammesso la FIOM in Fiat nonostante non fosse firmataria degli ultimi accordi.

Cofferati, Landini e la Coalizione Sociale



Cof­fe­rati: «Landini scelga il coordinatore. Così stoppa i sospetti su di lui»

La segre­ta­ria della Cgil Susanna Camusso chiede a Mau­ri­zio Lan­dini di «can­cel­lare qual­siasi ambi­guità» dall’iniziativa della coa­li­zione sociale per­ché il sin­da­cato «non può essere con­fuso con la costru­zione di movi­menti poli­tici».

Lui, Lan­dini, risponde pic­che, anzi chiede alla Cgil di par­te­ci­pare alla coa­li­zione sociale. Nella Cgil siamo ai ferri corti. Il 28 marzo a Roma è con­vo­cata una mani­fe­sta­zione Fiom «sospet­tata» da molti, anche nella Cgil, di essere la prima della neo­nata crea­tura lan­di­niana. E invece per Ser­gio Cof­fe­rati, euro­de­pu­tato, ex pd ma soprat­tutto sto­rico lea­der Cgil, «è una mani­fe­sta­zione impor­tante e di carat­tere espli­ci­ta­mente sin­da­cale, come i disa­stri indu­striali dimo­strano ampiamente».
Cof­fe­rati, ha ragione Camusso o ha ragione Landini?
La pro­po­sta di un’alleanza sociale è giu­sta e inte­res­sante per­ché risponde ad un’esigenza vera che c’è nella società ita­liana. La lun­ghis­sima crisi ha accen­tuato le povertà e l’esclusione, ha reso fra­gile e pre­ca­ria una quota enorme di lavoro, non ha creato nuovo lavoro per i gio­vani e anzi ha ridotto le tutele e le pro­te­zioni di chi è già impie­gato. Riu­ni­fi­care que­sto mondo è indi­spen­sa­bile. È ovvio che la coa­li­zione sociale non è e non dev’essere l’anticamera di un sog­getto par­ti­tico. È un’associazione di asso­cia­zioni. Ma che il suo fon­da­mento sia la poli­tica, nel senso nobile del ter­mine, è fuor di dub­bio. Non è utile per nes­suno con­ti­nuare a vivere di sospetti e timori sulla pos­si­bi­lità che quest’associazione possa diven­tare altro da ciò che è dichia­rato. E poi biso­gna cre­dersi. Se non ci si crede reci­pro­ca­mente, salta il più ele­men­tare prin­ci­pio del rispetto.

lunedì 16 marzo 2015

LANDINI ? SERVE UNA SINISTRA AUTONOMA DAL PD



Ferrero (Prc): “Landini? Serve sinistra autonoma dal Pd e la Cgil farebbe bene a stare dentro”

Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista intervistato da IntelligoNews, accoglie molto positivamente la nascita di Coalizione sociale, nuovo soggetto politico lanciato da Maurizio Landini per “difendere i diritti di tutti”.


Cosa cambia a sinistra con Coalizione sociale?
 «E’ molto positivo che si allarghi il fronte di coloro che si vogliono opporre alle politiche dell’austerità e neoliberiste. Questa proposta di Landini, con l’appoggio di Don Ciotti, di costruire uno schieramento di tutte le forze sociali interessate a cambiare l’agenda politica è una grande notizia».
Landini non vuole sentire parlare di partito ma dice che i sindacati devono essere un soggetto politico. Non le sembra che si giochi sull’ambiguità?

«E’ solo l’Italia provinciale e demente degli ultimi 20 anni, della seconda repubblica, che ha ridotto il sindacato a una specie di amministratore fallimentare. Se una guarda agli anni 70, il sindacato ha sempre fatto politica a 360°, rappresentando i lavoratori. I sindacati greci hanno fatto decine di scioperi contro le politiche di austerità dell’Ue, i sindacati tedeschi hanno detto che la vittoria di Tsipras in Grecia non è un pericolo ma un’opportunità, tutti fanno politica, solo in Italia siamo abituati alla subalternità totale. Confido che Coalizione sociale riavvicini tanta gente alla politica».
Alla fine, quindi, Coalizione sociale presenterà una lista.