lunedì 28 settembre 2015

ITALIA: SALARI IN DEFLAZIONE



Italia, salari in deflazione. Perché siamo (quasi) gli unici in Europa a tagliare gli stipendidi

 Alberto Magnani - da Il Sole24ore del 23 settembre 2015

Cipro, Grecia, Italia. Cosa accomuna i tre Paesi? Sono gli unici dell'Europa a 28 ad aver registrato una diminuzione di salari e stipendi per ora lavorata nel secondo trimestre 2015: -0,2% in Italia e -1,2% a Cipro, mentre Atene (in assenza di numeri precisi sulle retribuzioni) si aggiudica il più brusco calo del costo del lavoro su scala continentale (-2,9%). Una “deflazione salariale” che contrasta con i rialzi registrati per l'Euro-zona (+1,9%) e l'Unione Europea (+2,1%), dal Regno Unito (+2,6%) alla Germania (+3,4%). La fotografia è emersa dalle ultime statistiche del Labour Cost Index, l'indice dei costi del lavoro dell'Eurostat.

Un calo a tutta linea
L'indicatore, calibrato sul breve termine, cerca di inquadrare le spese sostenute dalle aziende con il calcolo del rapporto tra costo del lavoro e totale di ore lavorate. La dinamica da trimestre a trimestre è poi individuata da due fattori principali, cioè stipendi e salari (wage and salary costs, o Wag) e “costi non salariali” (non wage cost, come le tasse a carico delle aziende). Gli elementi concorrono al risultato finale, ma non si muovono su livelli identici. Nell'ultimo trimestre, ad esempio, salari e stipendi sono cresciuti dell'1,9% contro lo 0,4% dei costi non salariali nell'Euro-zona, mentre nel resto dell'Unione Europea il rapporto si è fissato su un +2,1% nelle retribuzioni contro l'1,1% di spese «diverse dalle retribuzioni».
L'Italia ha registrato una flessione generale dello 0,4% nei costi del lavoro che si riflette in un calo dell'1,1% nei fattori diversi dalla retribuzione e, appunto, un taglio dello 0,2% in busta paga. Il trend è omogeneo, tra i settori sotto la lente dell'Eurostat: nel secondo trimestre dell'anno, stipendi e salari sono scivolati a -0,1% nell'industria (Euro-zona a +2,4%, Unione Europa a +2,3%) e -0,5% nelle costruzioni (1,5% nei paesi dell'area euro, 2,3% nel resto d'Europa), restando pressoché invariati solo nei servizi: 0,2% contro il +2% dell'Euro-zona e il +2,3% dell'Unione Europa.

domenica 27 settembre 2015

TORINO: COSTRUIRE UNA ALTERNATIVA AL PD E A FASSINO



A Torino il Comitato Politico del Prc lavorerà per costruire una alternativa al Pd e a Fassino

Il Comitato Politico Provinciale di Rifondazione Comunista di Torino, nella sua riunione di ieri sera, ha approvato  un ordine del giorno per “dare vita, in stretta relazione con tutte le soggettività politiche della sinistra e  movimenti sociali vari, a  liste unitarie della sinistra in alternativa al Pd in tutti i principali Comuni che vanno al voto nella primavera dell’anno prossimo”.
In particolare nell’ordine del giorno si fa riferimento  al rinnovo  dell’amministrazione comunale di Torino e alla “necessità di costruire una alternativa alle politiche liberiste di Fassino”. Il voto del Comitato Politico di Rifondazione è stato unanime. Già l’anno scorso Rifondazione Comunista, unitamente ad altre forze, si era adoprata per presentare alle regionali una lista alternativa al Pd e a Chiamparino. Secondo Ezio Locatelli, segretario provinciale nonché membro della segretaria nazionale di Rifondazione Comunista: “una scelta giusta, quella delle regionali, necessaria pur sapendo di dover scontare le difficoltà di una parte della sinistra a tagliare il cordone ombelicale con il blocco di potere e le convenienze che ruotano intorno a Chiamparino”. Prosegue Locatelli: “oggi siamo in una condizione molto diversa. Si è allargata la consapevolezza che con il Pd di Renzi e della coppia Fassino-Chiamparino non c’è più alcun margine per il perseguimento di  politiche sociali, partecipative, di tutela dei beni pubblici, di salvaguardia dei diritti dei soggetti più deboli. Le politiche portate avanti, che hanno come esplicito riferimento il modello Renzi-Marchionne, sono di segno contrario. Il superamento delle divisioni a sinistra, la composizione di uno schieramento unitario comprensivo di movimenti, associazioni, pezzi di società civile, di mondo del lavoro può davvero diventare punto di riferimento per una alternativa in città ”.   Rifondazione Comunista lavorerà in questa direzione.
Torino, 25 settembre 2015

ANTIFASCISMO: SOLIDARIETA' A SAVERIO FERRARI

Antifascismo – Ferrero (PRC): Solidarietà a Saverio Ferrari per le vili minacce ricevute

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea:
“Esprimo la solidarietà di tutta Rifondazione Comunista al compagno Saverio Ferrari di fronte alle minacce di aggressione provenienti da settori dell’estrema destra. Evidentemente l’impegno antifascista e il lavoro di inchiesta e informazione di Saverio danno fastidio. Attraverso libri, articoli, interventi e le attività dell’Osservatorio sulle nuove destre Saverio tiene i riflettori accesi su quel che si muove nelle aree del neofascismo.
Conosciamo il rigore e il sapere accumulato in tanti anni di Saverio e quindi invitiamo chi ha il dovere di tutelare la libertà e la sicurezza dei cittadini a non sottovalutare l’allarme.
Rilanciamo quindi il messaggio scritto oggi da Saverio:

C’È CHI PENSA A UNA SPEDIZIONE PUNITIVA NEI MIEI CONFRONTI 
Sono stato informato, per la seconda volta in poco tempo, che si sta preparando in ambienti dell’estrema destra milanese un’aggressione nei miei confronti. La fonte è attendibile, più volte ho avuto modo di verificarla. Mi ha anche fatto presente le modalità e il nome dell’organizzatore. L’intenzione sarebbe quella di utilizzare stranieri prezzolati e magari far passare la cosa come una vicenda dai contorni poco chia ri. Mi vedo costretto a denunciare il tutto con queste modalità non potendo ovviamente disporre di riscontri oggettivi per una denuncia penale.
Il nome dell’organizzatore e i dei mandanti li consegnerò a più persone di mia fiducia, oltre che al mio avvocato. Nel caso mi succedesse qualcosa sapranno che fare.
Saverio Ferrari
Osservatorio Democratico Sulle Nuove Destre


SENATO: UN COMPROMESSO CHE NON RISOLVE


Un nota del Coordinamento per la democrazia costituzionale sull’accordo raggiunto al’interno del PD 

Il compromesso raggiunto nel Pd sulle modifiche alla legge costituzionale Renzi-Boschi in discussione al Senato non dà agli elettori il diritto di eleggere direttamente i loro rappresentanti e non risolve gli altri punti inaccettabili di questa manomissione della Costituzione che abbiamo sempre denunciato. Un’assemblea legislativa deve trarre la sua fonte di legittimità dalla sovranità popolare, che si esprime attraverso il voto.
In particolare il rinvio delle procedure di nomina ad una legge successiva lascia aperta la possibilità che tutti i consiglieri regionali-senatori siano eletti mediante liste bloccate nelle quali i cittadini elettori non possono scegliere.
Questo inaccettabile compromesso, inoltre, lascia irrisolti tutti gli altri nodi. In particolare la sottrazione alle Regioni di ogni possibilità di governo del territorio; la sostanziale attribuzione al Governo del controllo dell’agenda dei lavori della Camera dei Deputati, già mortificata e sottoposta alla supremazia dell’esecutivo in virtù della legge elettorale voluta dal governo Renzi che garantisce al partito vincitore un premio di maggioranza sproporzionato come e peggio che nel “porcellum”, l’eliminazione della garanzia della doppia lettura per le leggi che riguardano i diritti fondamentali dei cittadini; la sproporzione numerica fra senatori (100) ed i Deputati (630) che rende irrilevante il ruolo del Senato nell’elezione del Presidente della Repubblica.
Rimangono, pertanto le nostre ragioni di dissenso e permane l’esigenza di mantenere viva la mobilitazione per evitare che vengano portate a compimento scelte che stravolgono l’impianto della democrazia costituzionale, patrimonio della Resistenza, a danno di tutti i cittadini.
Il coordinamento per la democrazia costituzionale è convocato per discutere la nuova situazione il15 ottobre alle ore 14.30 in via Buonarroti 12 a Roma, sala Fredda

Mozione approvata dal direttivo del circolo Emilio Colombani Zona 8



Mozione approvata dal direttivo del circolo Emilio Colombani Zona 8


Tra qualche mese avremo un'importante tornata di elezioni amministrative che fotograferà per un verso la natura e il cammino fatto dal processo di costruzione del soggetto unitario della sinistra antiliberista e per un altro lo stato di salute del governo Renzi e del suo progetto neoliberista autoritario.

Esattamente come è accaduto per le elezioni regionali nelle quali Renzi ha subito una sconfitta e la sinistra non ha vinto ma ha gettato delle basi da cui ripartire
Le nostre decisioni non possono quindi prescindere da valutazioni di tipo nazionale sia rispetto ai soggetti politici in campo, sia per quanto riguarda gli effetti delle scelte del governo centrale sui Comuni.

DOCUMENTO SEGRETERIA NAZIONALE PRC



La segreteria nazionale di Rifondazione comunista – Sinistra Europea propone la presentazione unitaria della sinistra antiliberista alle elezioni amministrative 2016

Negli ultimi anni è stata portata avanti, da parte di tutti i governi che si sono succeduti, una controriforma liberista degli Enti Locali, sia sul terreno dell’autonomia economica che sul terreno dell’ordinamento istituzionale e democratico. Questa sta minando il ruolo degli Enti Locali come possibili “enti di prossimità” più vicini ai bisogni dei cittadini, capaci di garantire diritti costituzionali universali (dalla casa, al welfare, alla mobilità, alla vivibilità) e di creare le condizioni ambientali e territoriali utili allo sviluppo di un economia solidale ed ecocompatibile.
Mentre fino ad alcuni anni fa al centro del dibattito c’era il presunto federalismo e le modifiche costituzionali del titolo V – che noi contrastavamo in quanto lesive del principio dell’ uguaglianza nella dotazione dei servizi per i cittadini ed elemento di accentuazione delle differenze fra territori del nord e del sud – oggi i giganteschi tagli dei trasferimenti agli enti locali, operati in piena continuità dai Governi liberisti a partire dal 2008, rendono l’ Autonomia dei Comuni e delle Regioni praticamente inesistente sul terreno di una corretta programmazione dei servizi sui territori.

SALVIAMO GLI ALBERI DELLA GOCCIA



SALVIAMO GLI ALBERI DELLA GOCCIA
LUNEDI' 28 SETTEMBRE 2015 – DALLE 17 ALLE 20
PIAZZA SCALA DAVANTI A PALAZZO MARINO

Platani, pioppi, bagolari, paulonie, tigli ...
2500 alberi di Milano sono in pericolo. Centinaia già in procinto di essere abbattuti. Esiste un bosco segreto nel cuore della nostra città, sull'area degli ex gasometri di Bovisa, grande quasi quanto il parco Sempione.
E' la cosiddetta Goccia di Bovisa, per la sua forma sulla mappa.
Con la scusa di una bonifica radicale e della ventilata conversione a giardinetto, con lo scavo del terreno e l'abbattimento degli alberi viene spazzata via dalle ruspe niente di meno che la possibilità di un bellissimo Central Park milanese.
Il parco la Goccia infatti potrebbe essere collegato al verde sia a Nord che a Sud, dalla periferia al centro dei grattacieli di porta Nuova, con un fronte di chilometri da percorrere a piedi o in bicicletta.
La bonifica che sta per essere attuata è aggressiva, violenta e definitiva.
Noi del comitato la Goccia siamo convinti che non sia necessario un intervento così distruttivo.
Siamo in attesa di una risposta ai nostri ricorsi legali. E in particolare alla richiesta di sospensiva dei lavori, presentata al Consiglio di Stato.

FERMIAMO LE RUSPE
Impediamo il consumo di suolo e la eliminazione di un grande luogo di verde prezioso che, appartenendo al Comune, appartiene a tutti noi.
Aiutateci e aderite alla nostra mobilitazione.

www.parcogoccia.com

comitatolagoccia@gmail.com

UN COMPROMESSO CONTRO LA COSTITUZIONE



Un compromesso contro la Costituzione


Il cedimento della minoranza dem sulla controriforma costituzionale è grave all’interno della vicenda parlamentare. Non siamo, in verità, tra coloro che si erano fatti illusione. Ma prendiamo atto che la situazione è cambiata, i rapporti di forza sono mutati in vista del referendum che si svolgerà, probabilmente, nell’ottobre del prossimo anno (un referendum che sarà impostato come plebiscito su Renzi, imperatore massimo senza freni e controlli). Avremo bisogno di una capillare e creativa controinformazione rimettendo al centro il fondamento politico della Costituzione repubblicana e costruendo un sistema di alleanze (innanzitutto sociali, ma non solo) contro una grave ferita alla Costituzione stessa voluta da tutto il PD. Credo che dovremo saper coinvolgere a fondo sindacati, movimenti, coalizioni sociali.

Lotte democratiche e sociali sono, infatti, sempre più connesse. Il combinato disposto tra controriforma costituzionale e legge elettorale Italicum crea, infatti, un presidenzialismo di fatto, senza controlli e regole. Un impianto che ha in Europa in solo parziale precedente nel sistema ungherese di Orban. Se ne faccia una ragione Bersani: nell’accordo fatto con la Boschi e Verdini la elezione popolare dei senatori, di cui aveva fatto tardiva e disperata bandiera (dopo aver colpevolmente approvato l’incostituzionale Italicum) non c’è. Inutile che faccia sgangherata propaganda. Credo abbia ragione il costituzionalista prof. Massimo Villone che, anche a nome del Coordinamento per la difesa della Costituzione, di cui siamo parte, ha spiegato il 24 settembre, anche sul piano tecnico/giuridico, scrivendo su “il manifesto” che l’emendamento PD non può in alcun modo “essere gabellato come ripristino dell’elettività dei senatori”.

La riforma era pessima e tale rimane. Si ritorna ai famigerati “listini regionali”mascherati. Dove si è mai vista una soluzione costituzionale che stabilisce che la rappresentanza appartiene per metà all’elettore e per metà ai consigli regionali? E come si applica il sistema ai sindaci che sono eletti con elezione diretta?

Un pericoloso pasticcio. Ma non possiamo arrenderci. Difenderemo, dinanzi alla Corte Costituzionale, nelle piazze, anche con i ricorsi giurisdizionali contro l’Italicum, l’impianto della nostra Costituzione.