Italia, salari in deflazione. Perché siamo (quasi) gli unici in Europa a tagliare gli stipendidi
Alberto
Magnani - da Il Sole24ore del 23 settembre 2015
Cipro,
Grecia, Italia. Cosa accomuna i tre Paesi? Sono gli unici dell'Europa a 28 ad
aver registrato una diminuzione di salari e stipendi per ora lavorata nel
secondo trimestre 2015: -0,2% in Italia e -1,2% a Cipro, mentre Atene (in
assenza di numeri precisi sulle retribuzioni) si aggiudica il più brusco calo
del costo del lavoro su scala continentale (-2,9%). Una “deflazione salariale”
che contrasta con i rialzi registrati per l'Euro-zona (+1,9%) e l'Unione
Europea (+2,1%), dal Regno Unito (+2,6%) alla Germania (+3,4%). La fotografia è
emersa dalle ultime statistiche del Labour Cost Index, l'indice dei costi del
lavoro dell'Eurostat.
Un
calo a tutta linea
L'indicatore,
calibrato sul breve termine, cerca di inquadrare le spese sostenute dalle
aziende con il calcolo del rapporto tra costo del lavoro e totale di ore
lavorate. La dinamica da trimestre a trimestre è poi individuata da due fattori
principali, cioè stipendi e salari (wage and salary costs, o Wag) e “costi non
salariali” (non wage cost, come le tasse a carico delle aziende). Gli elementi
concorrono al risultato finale, ma non si muovono su livelli identici.
Nell'ultimo trimestre, ad esempio, salari e stipendi sono cresciuti dell'1,9%
contro lo 0,4% dei costi non salariali nell'Euro-zona, mentre nel resto
dell'Unione Europea il rapporto si è fissato su un +2,1% nelle retribuzioni
contro l'1,1% di spese «diverse dalle retribuzioni».
L'Italia
ha registrato una flessione generale dello 0,4% nei costi del lavoro che si
riflette in un calo dell'1,1% nei fattori diversi dalla retribuzione e,
appunto, un taglio dello 0,2% in busta paga. Il trend è omogeneo, tra i settori
sotto la lente dell'Eurostat: nel secondo trimestre dell'anno, stipendi e salari
sono scivolati a -0,1% nell'industria (Euro-zona a +2,4%, Unione Europa a
+2,3%) e -0,5% nelle costruzioni (1,5% nei paesi dell'area euro, 2,3% nel resto
d'Europa), restando pressoché invariati solo nei servizi: 0,2% contro il +2%
dell'Euro-zona e il +2,3% dell'Unione Europa.